La sicurezza del boss Giuseppe Piromalli non era stata minimante fiaccata dalla lunga detenzione. Questo dettaglio emerge dall’inchiesta Res Tauro che stamattina ha portato all’arresto di 26 persone destinatarie dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Dda di Reggio Calabria. L’indagine, condotta dai carabinieri del Ros, ha consentito ai pm di accertare la ripresa delle attività criminali di Piromalli che, dopo 22 anni, era stato scarcerato nel 2021.
Torna in carcere dopo l’arresto del 1999, il profilo di Piromalli
Pino Piromalli era stato arrestato nel 1999 dopo sei anni di latitanza. Nell’inchiesta della Dda di Reggio Calabria che oggi ha portato al blitz dei carabinieri del Ros, il boss è il principale indagato in qualità di capo, promotore e organizzatore. Nel corso dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Stefano Musolino, i carabinieri hanno ricostruito gli assetti della cosca.
Il Padrone di Gioia Tauro
C’era una ridiscussione delle dinamiche criminali interne al sodalizio che, grazie all’opera di ricomponimento del boss Faciazza che tornava ad essere uno delle cosche più temibili della ‘ndrangheta. L’anziano capoclan ha avviato un’opera di restauro della cosca da lui definita “sta tigre che è Gioia Tauro”. Lo avrebbe fatto, secondo gli inquirenti, attuando un progetto di recupero delle vecchie regole di ‘ndrangheta ed assumendo immediatamente quella posizione di comando che lo rendeva, per come lui stesso ha affermato in un’intercettazione, “il padrone di Gioia”. Conosciuto con il soprannome di “sfregiato”, Piromalli era stato arrestato nel 1999 dopo sei anni di latitanza.