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giovedì, Aprile 25, 2024
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«So chi ha ucciso il vero vucabulà», la storia del ras che ispirò Gomorra

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Del gruppo che si era impossessato di Arzano un posto di rilievo spetta sicuramente a Francesco Paolo Russo detto Cicciariello, braccio destro di Renato Napoleone e una delle persone che hanno permesso a Rosaria Pagano di cacciare i maranesi dalla direzione degli Amato-Pagano. Il suo profilo è stato tracciato in particolare dall’ex reggente della Vanella Grassi e attuale collaboratore di giustizia Antonio Accurso:«Francesco Paolo Russo mi ha confidato di aver commesso altri omicidi tra cui quello di Mirko Romano e due omicidi ad Arzano, uno dei quali era il referente per le estorsioni, attività per la quale si faceva aiutare da un parente dei Ferone, il genero di Ernestino. Il suo omicidio venne deciso da Renato Napoleone poichè Mariano Riccio era già detenuto.  Questo omicidio era funzionale alla conquista di Arzano da parte del nuovo gruppo».

Rivelazioni importanti che hanno permesso agli inquirenti di arrestare mandanti ed esecutori dell’omicidio di Ciro Casone. Dalle parole di Accurso però c’è un altro riferimento importante ed è relativo all’omicidio di Mirko Romano, lo studente universitario che aveva abbracciato la carriera criminale. Una storia, quella di Romano, che aveva ispirato il personaggio di Valerio ‘o vucabulà nella terza stagione di Gomorra. Il suo corpo fu trovato sulla superstrada perimetrale di Melito, sulla rampa di immissione in direzione di Giugliano. «Mirko Romano si esprime solo in perfetto italiano perchè viene da una famiglia molto perbene. Non parla mai in napoletano, ovviamente capisce il dialetto, ma non lo usa mai. Forse non lo sa nemmeno parlare bene». Era il 22 novembre 2012 quando Carmine Annunziata, allora neo pentito del clan Abete- Abbinante-Notturno-Aprea, parlava dello studente universitario innamoratosi improvvisamente della camorra. L’ex ras del Bakù non poteva sapere che la persona che aveva tirato in ballo dopo dieci giorni sarebbe stato assassinato nell’ambito della terza faida di Secondigliano e Scampia alla quale partecipava il suo clan di appartenenza. «Mirko Romano -spiegò Annunziata- era un uomo di fiducia e killer di ‘zio Mimi`’ Pagano, mentre non aveva un rapporto molto buono con Mario detto ‘Mariano’ Riccio».

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