11.3 C
Napoli
sabato, Aprile 27, 2024
PUBBLICITÀ

Social e telefonate dal carcere, così i boss di camorra comunicano con l’esterno

PUBBLICITÀ

Social e telefonate dal carcere, così boss e affiliati della camorra comunicano con l’esterno.  “Emerge uno spaccato significato nell’azione di contrasto alle modalità comunicative della camorra. Da una parte l’attività massiva di tentativi di introduzioni nelle carceri italiane di telefoni, droga e armi che consentano agli affiliati e ai capi di comunicare verso l’esterno. Dall’altra parte c’è un aspetto molto significato legato alla comunicazione via social e all’uso, quindi, dei profili attraverso i quali possono essere esaltati modelli di stampo camorristico che rappresentano una modalità da combattere perché fanno generare all’interno dell’organizzazione un senso di onnipotenza che va, comunque, combattuto”, queste le parole di Marco Garofalo, dirigente della polizia del Servizio Centrale Operativo. 

IL VIDEO

IL SEQUESTRO NEL CARCERE DI SECONDIGLIANO E CARCERE FROSINONE

L’attività è stata avviata ad aprile 2021 a seguito del rinvenimento di alcuni cellulari presso il carcere di Secondigliano, indagine per cui è stato delegato il Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria. L’attività investigativa è entrata poi in convergenza con un’indagine parallelamente svolta dalla Squadra Mobile di Frosinone, anch’essa poi delegata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, inizialmente originata da una sparatoria occorsa il 19 settembre 2021 all’interno del Carcere di Frosinone. Da qui sono state avviate attività finalizzate all’identificazione del soggetto responsabile di aver introdotto all’interno del carcere un’arma da fuoco per mezzo di un drone.

PUBBLICITÀ

La prosecuzione delle indagini ha consentito di portare alla luce una struttura criminale in grado di garantire l’approvvigionamento di apparecchi telefonici, sia smartphone che piccoli cellulari, nonché di rilevanti quantità di stupefacente in molteplici strutture penitenziarie, anche ospitanti detenuti classificati di massima sicurezza, dislocate in tutta Italia.

Le investigazioni effettuate hanno documentato come l’indagato S.V. e suoi collaboratori venissero assoldati da organizzazioni di tipo camorristico (sono stati individuati, tra gli altri, soggetti legati agli Esposito – Nappi di Bagnoli che, peraltro, risultano i primi ad avere beneficiato di questo stratagemma), che garantivano ai loro detenuti il costante rifornimento di apparecchi di comunicazione e di narcotici, assicurandosi in tal modo il monopolio della distribuzione nelle strutture carcerarie coinvolte (Frosinone, Napoli – Secondigliano, Cosenza, Siracusa, Lanciano, Augusta, Catania, Terni, Rovigo, Caltanissetta, Roma-Rebibbia, Avellino, Trapani, Benevento, Melfi, Asti, Saluzzo, Viterbo e Sulmona).

Le investigazioni hanno poi permesso di identificare in C.A. classe 72 il soggetto in grado di apportare modifiche costruttive ai droni che permettessero di sorvolare anche aree militari sopportando un maggior peso in volo. Le analisi tecniche sui droni caduti in sequestro, delegate al Reparto Indagine Tecniche del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, hanno permesso di confermare tali manipolazioni realizzate sugli apparati a pilotaggio remoto.

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Fassino denunciato per il furto di un profumo, l’accusa: “Lo aveva già fatto”

Già in passato Piero Fassino sarebbe stato riconosciuto come autore di un furto nel duty free del Terminal 1 dell'aeroporto...

Nella stessa categoria