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Spari alla Ristopescheria a Sant’Antimo, convalidato il fermo per il figlio del boss

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Fermo convalidato per Luigi Orefice, figlio del boss Michele, accusato di aver organizzato insieme al padre il raid punitivo contro Luca Di Stefano, il pescivendolo tiktoker e gestore della ristopescheria ‘Il sole di notte’ di Sant’Antimo. A stabilirlo il gip di Napoli nord che ha dunque convalidato il fermo eseguito a carico di Orefice junior. L’altro destinatario, Pietro D’Angelo, è al momento irreperibile. Il famoso pescivendolo tik toker fu centrato di striscio il mese scorso da colpi di arma da fuoco quando due uomini, pistole alla mano, entrarono nel suo locale esplodendogli contro alcuni colpi. Il decreto di fermo è stato eseguito nelle scorse ore.

Nelle circa 40 pagine emerge l’incredibile retroscena dietro il raid: Michele Orefice, padre di Luigi, da tempo in una relazione con una donna avrebbe saputo dal figlio che quest’ultima continuava ad avere contatti con il suo ex fidanzato, Luca Di Stefano, cosa che scatenava la sua ira al punto da interrompere immediatamente la relazione extra coniugale con la donna in questione. Inoltre, programmava un’efferata azione punitiva nei confronti della donna e del suo presunto amante per vendicare l’affronto subito con metodi da “boss”. Significativo il passaggio con cui il boss demanda al figlio il ‘lavoro’: la frase più eclatante è riferita alla brutalità dell’azione da compiere ai danni dell’uomo, che deve essere molto cruenta dicendo testualmente al figlio: “Luigi fernut!”, tipica espressione criminale dialettale con la quale si lascia intendere che l’azione deve essere portata a termine con inaudita ferocia.

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