PUBBLICITÀ
HomeCronacaDalla costruzione agli abbattimenti fino al rilancio: la storia delle vele di...

Dalla costruzione agli abbattimenti fino al rilancio: la storia delle vele di Scampia

PUBBLICITÀ

Nell’idea dell’architetto Franz Di Salvo avrebbero dovuto far respirare un’aria nuova ed invece le Vele di Scampia sono state praticamente sa sempre simbolo del degrado e di un abbandono di un quartiere che soltanto dopo l’attenzione mediatica, successiva alle tante serie tv lì realizzate, ha avuto la giusta attenzione da parte delle istituzioni locali e nazionali.

Era il 1962 quando iniziò la costruzione della prima vela, poi ne seguì un’altra e un’altra ancora, fino al 1975, quandoo fu completato l’ultimo dei palazzoni che nel progetto iniziale avrebbero dovuto disporre anche di uno spazio di gioco per bambini, attrezzature collettive ed ampi spazi verdi con percorsi pedonali.

PUBBLICITÀ

Sette palazzi residenziali dalla forma triangolare, che nell’idea dell’architetto avrebbero dovuto ricordare, appunto, le vele, ma che invece da sempre furono quartier generale della malavita per le attività di spaccio di stupefacenti in quella che per decine di anni è stata la piazza più ridditizia d’Europa.

Lo spaccio avveniva lungo i ballatoi (come quello crollato ieri) utilizzati come corsie dei supermercati, dove i pusher attendevano l’arrivo dei clienti con gli abitanti divisi da chi collaborava all’attività del clan e chi era, invece, costretto a rintanarsi in casa perché impossibilitato a garantirsi un tetto sulla testa diverso.

La filosofia architettonica ha, dunque, ben presto lasciato spazio alla cruda realtà, dove il malaffare edil degrado l’hanno fatta da padrone con un progetto originario di fatto mai completato: la struttura a cavalletto prefabbricata è stata ben presto sostituita in corso d’opera da un’altra struttura, che ha ridotto la distanza tra gli appartamenti. Addio ai pianerottoli open space con colate di cemento armato, che hanno cancellato l’immagine (già sbiadita) della vela.

Manco il restyling ha cambiato la sorte dei sette palazzoni per i quali nessuno si è strappato i capelli quando è stata presa la decisione di cominciare gli abbattimenti. Tra difficoltà e dirette tv floppate, prima gli esplosivi e poi le ruspe portarono alla scomparsa di tre vele tra il 1997 e il 2003. Bisognerà aspettare il 20 febbrario 2020 per l’abbattimento della quarta vela.

Grazie anche ad i fondi Pnrr (circa 150 milioni di euro) è arrivata una nuova svolta che avrebbe dovuto chiudere per sempre i conti con le vele a distanza di ben 50 anni dalla costruzione.

Il Progetto ReStart Scampia, prevede, infatti, la demolizione della Vela Gialla e della Vela Rossa, la riqualificazione della Vela Celeste (quella interessata dal crollo di ieri), e la costruzione di 20 edifici con 433 nuovi alloggi, classificati come NZEB (Nearly zero-emission building) per massimizzare l’efficienza energetica. L’uso di fonti rinnovabili e componenti energetiche passive mira a raggiungere l’autosufficienza energetica e promuovere un ambiente abitativo sostenibile.

Un progetto che non può e non deve subire rallentamenti per evitare che nel futuro prossimo possano verificarsi altre tragedie come l’ultima e che possa finalmente essere data la giusta dignità abitatativa a chi vive in condizioni al limite del possibile.

 

PUBBLICITÀ
Redazione Internapoli
Redazione Internapolihttps://internapoli.it
InterNapoli.it è il primo quotidiano on-line dell'area a nord di Napoli che informa in modo preciso e puntuale l'hinterland del capoluogo partenopeo.
PUBBLICITÀ