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giovedì, Aprile 18, 2024
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I drink nella discoteca a Pozzuoli poi lo stupro: l’incubo della ragazza di Marano violentata dal cugino in auto

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Ha stuprato la cugina dopo una serata in discoteca tra Natale e Santo Stefano dell’anno 2017: dopo due anni finisce in carcere. È stato condotto in carcere il 27enne di Mugnano che venne sottoposto a fermo nel dicembre 2017 dai carabinieri della compagnia di Marano perché ritenuto colpevole di aver abusato di una cugina al termine di una serata in discoteca. Dopo aver bevuto qualche drink di troppo, il giovane si offrì di riaccompagnare la 22enne a casa ma in auto abusò di lei, approfittando del fatto che fosse poco lucida.

I carabinieri ricostruirono i fatti anche grazie alle testimonianze degli amici della vittima e alle chat acquisite dal cellulare dell’indagato che aveva poi minacciato la cugina perché non denunciasse l’accaduto. Per questa storia il ragazzo di Mugnano era già agli arresti domiciliari ma, al termine dei tre gradi di giudizio e dopo che la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, è stato condotto in carcere. Deve scontare quattro anni di reclusione.

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A denunciare l’accaduto è stata la stessa ragazza che ai militari ha raccontato di aver bevuto un cocktail e di essersi sentita male. La giovane si sarebbe poi accorta di essere stata violentata ed avrebbe raccontato tutto ai genitori i quali hanno accompagnato la giovane in Caserma. Lo stupro si sarebbe consumato in macchina, dopo una serata trascorsa in una discoteca di Pozzuoli, mentre la giovane era incosciente e vomitava a causa del cocktail. Solo il giorno dopo, notando delle lesioni intime, la 22enne, si è resa conto di quanto accaduto. In mente solo dei flashback confusi che le hanno dato la possibilità di mettere sotto pressione il cugino per farsi raccontare tutto. I militari hanno poi interrogato gli amici della vittima e controllato le chat acquisite dal cellulare dell’indagato. Per questa storia il ragazzo di Mugnano era già agli arresti domiciliari ma, al termine dei tre gradi di giudizio e dopo che la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, è stato condotto in carcere. Deve scontare quattro anni di reclusione.

 

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