“Da oggi in poi qua comandiamo noi” e per stare tranquillo, un noto panettiere titolare di vari negozi tra Napoli e provincia, è stato costretto a consegnare, a fine mese, 3mila euro “quale tassa (mensile, ndr)” sui suoi guadagni “per contribuire alle ‘mesate’ (stipendi, ndr) per le mogli dei carcerati”. E’ uno degli episodi estorsivi documentati tra i quartieri Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella di Napoli dai carabinieri della Compagnia Vomero che ieri hanno notificato sei provvedimenti di fermo emessi dalla DDA nei confronti di altrettanti presunti “emissari” di un gruppo malavitoso ritenuto dagli inquirenti “una sotto articolazione del clan Lo Russo”.
Non solo: dopo tre mesi gli “emissari” si sono rifatti vivi per aumentare la loro “tassa” da 3mila e 5mila euro, perché, hanno spiegato alla vittima, “…teniamo troppi carcerati da mantenere”. Alla quota fissa di 5mila euro, inoltre, al commerciante è stato anche chiesto di aggiungere “…10 centesimi per ogni chilo di pane venduto”, pena la sua estromissione “dal giro del pane” in favore del clan.
I destinatari dei provvedimenti sono persone ritenute dalla Procura di Napoli soggetti di elevato spessore criminale, alcune già facenti del noto clan Lo Russo, altre giovani leve. Una delle vittime, vistasi incapace di sostenere una richiesta estorsiva da ben 7mila euro mensili, lo scorso 5 luglio ha presentato una denuncia ai carabinieri della Compagnia Vomero.
In manette sono finiti Raffaele Petriccione, Cesare Duro, Giovanni Perfetto, Salvatore Di Vaio, Fabio Pecoraro, Alessandro Festa, Vincenzo Pagliaro e un’altra persona. L’accusa per tutti loro è di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Un’operazione che rivela l’operatività del gruppo che annovera personaggi già in passato finiti in inchieste sulla mala locale, come Raffaele Petriccione balzato all’onore delle cronache qualche anno fa per una rocambolesca fuga ‘arricchita’ da una pistola puntata contro gli agenti, o come Giovanni Perfetto, fratello del più noto Raffaele detto ‘muss e scign’ e zio di Ciro condannato all’ergastolo per l’omicidio di Vincenzo Di Napoli. Nel gruppo anche Cesare Duro, arrestato qualche anno fa a Frattamaggiore dopo una rocambolesca fuga dalla polizia.