La banda dei truffatori di Napoli aveva una gerarchia chiara e ruoli ben definiti per irrompere con violenza nella vita delle anziane vittime. Al vertice c’era Alessandro D’Errico, che dava ordini, noleggiava le auto, telefonava alle vittime e istruiva i membri dell’organizzazione, i cosiddetti batteristi. Al suo fianco c’era Antonietta Mascitelli che svolgeva prevalentemente il ruolo di telefonista, chiamando gli anziani e dando indicazioni alle batterie operative.
Anche Antonio Frezzetti e Antonio Di Balsamo erano considerati gli altri telefonisti. Vincenzo Di Balsamo, invece, si occupava di gestire il covo di Pomigliano d’Arco che veniva utilizzato come call center. Insieme a loro, sono finiti in manette anche i membri delle batterie Anna Cafiero, Gaetano Taglialatela, Giovanni D’Errico, Giovanni Maccarone, Davide Rea, Raffaele Calienno, Pasquale Pecoraro, Christian Di Mauro.
Il blitz contro i truffatori degli anziani
Lo scorso 22 giugno, tredici persone sono state arrestate tra Napoli e provincia, dai carabinieri dei comandi provinciali di Genova e del capoluogo campano. Sono ritenute appartenenti a una banda specializzata in truffe agli anziani.
I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Genova su richiesta della Procura della Repubblica, al termine di indagini del Nucleo Operativo della Compagnia di Genova San Martino. Il gruppo era guidato da una coppia, Alessandro D’Errico e Mascitelli, con precedenti di polizia, che avevano il soprannome di zio e zia.
Il video dei truffatori in azione
Le telefonate dei truffatori alle vittime
C’era una parte logistica che si occupava di fornire veicoli e telefoni cellulari nonché di mettere a disposizione dei locali (utilizzati come veri e propri call center) per l’organizzazione; i “telefonisti” si occupavano di individuare e contattare le vittime, coordinando i complici presenti nei pressi dell’abitazione degli anziani; una componente “operativa” andava nell’abitazione della vittima per farsi consegnare denaro o monili in oro.
Sono stati contestati agli indagati complessivamente 43 episodi di truffe pluriaggravate, di cui 28 consumate e 15 tentate, sull’intero territorio nazionale nel periodo settembre 2023 – marzo 2024, per un profitto illecito complessivo superiore a 330mila euro. Nel corso dell’indagine c’erano già stati due arresti e una denuncia, ed erano state sventate due truffe recuperando un bottino di circa 10mila euro.