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Tentata rapina nella gioielleria a Mercogliano, nella banda anche il killer di Santo Romano

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Uno dei rapinatori della gioielleria Gioie di Torrette di Mercogliano è il giovane 17enne condannato per l’omicidio di Santo Romano, il 19enne ucciso a San Sebastiano al Vesuvio per una scarpa sporca. La Squadra Mobile di Avellino ha notificato l’arresto al 17enne di Napoli.

A riportarlo, Il Mattino.

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Tentata rapina nella gioielleria a Mercogliano, nella banda anche il killer di Santo Romano

Gli agenti hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere nei confronti del ragazzo. Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i Minorenni di Napoli. Arrivano così a tre gli arresti per la tentata rapina alla gioielleria Gioie. Il minore è ritenuto il terzo componente del commando a finire dietro le sbarre. Lo scorso giugno vennero catturati altri due rapinatori, entrambi 30enni del Napoletano. Il 17enne deve rispondere di tentata rapina aggravata e porto abusivo di armi comuni da sparo. Il ragazzo è stato così associato all’istituto penale per minorenni di Roma – Casal Del Marmo.

Le investigazioni hanno permesso di risalire all’identità del 17enne che aveva provato la rapina nella gioielleria di Torrette di Mercogliano, appena dieci giorni prima dell’assassinio di Santo Romano. Le indagini vanno avanti per identificare gli altri componenti della gang che tentò il colpo lo scorso anno.

Era il 22 ottobre del 2024 quando un commando di quattro persone entrò in azione intorno alle 11 del mattino. Tre dei componenti armati di fucili e pistole, con il volto travisato da maschere di Carnevale fecero irruzione all’interno della gioielleria minacciando la dipendente. Mentre un altro complice rimase in auto. Indossavano tutti un giubbotto verde. Nella banda c’era anche una donna che era riuscita, poco prima, a farsi aprire la porta d’ingresso dalla commessa fingendosi interessata a un acquisto.

Subito dopo i tre banditi entrarono nel negozio. La rapina fallì grazie all’intervento del negoziante di prodotti per animali che vide i rapinatori nelle telecamere di videosorveglianza del suo punto vendita adiacente alla gioielleria. Le immagini immortalarono l’azione dei malviventi armati che scesero da una vettura per poi fare irruzione nell’esercizio di preziosi. Il negoziante fu coraggioso. Allertò subito la polizia e nell’attesa tentò di disturbare i rapinatori. Lanciò verso di loro un bastone, nonostante gli avessero puntato l’arma contro. Nel frattempo arrivò la polizia e i malviventi furono costretti ad abbandonare il loro piano. Fuggirono a bordo di un’auto di colore scuro dileguandosi verso il casello autostradale di Avellino Ovest. Mentre la complice si allontanò con un’utilitaria.

Sul posto giunsero pattuglie di polizia e carabinieri. Il trambusto di quegli attimi di terrore e le urla della dipendente della gioielleria che si trovava da sola all’interno del punto vendita attirarono l’attenzione dei condomini del palazzo. La complessa attività investigativa condotta dagli agenti della Squadra Mobile di Avellino ha permesso di ricostruire nei minimi dettagli le fasi della tentata rapina e gli atti preparatori che l’hanno preceduta. Le indagini, sviluppate con meticolosità e supportate da riscontri tecnici e testimonianze, hanno portato all’identificazione di alcuni degli autori del grave episodio criminale, tra cui il minorenne indagato e ora finito in carcere. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i Minorenni di Napoli, accogliendo le risultanze investigative presentate dalla Procura, ha ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza nei confronti del ragazzo, in relazione ai reati di tentata rapina aggravata e porto abusivo di armi comuni da sparo.

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