Cinque ultras del Napoli, ritenuti responsabili di avere pianificato e portato a termine, lo scorso 5 aprile, una spedizione punitiva contro alcuni tifosi della Roma atterrati a Napoli Capodichino dopo avere assistito alla partita di Champions League Barcellona-Roma, sono stati arrestati ieri dalla Digos della Questura di Napoli con l’accusa, in concorso, di rapina, lesioni aggravate, minacce e danneggiamento. Gli ultras avrebbero teso un agguato ai giallorossi che, dopo aver lasciato l’aeroporto di Capodichino con un furgone noleggiato, furono inseguiti e aggrediti lungo corso Secondigliano.
davanti al veicolo, mentre il commando batteva con pugni e calci contro i vetri gridando all’indirizzo del conducente: “Fermati, altrimenti ti sfondiamo la testa”. Una volta a bordo, si scatenò la violenza. “Ho sfogato malamente nel furgone”, dice Infante. E racconta di aver apostrofato così i romanisti: “Non ti accoltello perché non tengo niente addosso, dici a quelli là a Roma che vi dobbiamo sfondare la testa”. Quindi conclude: “Gli abbiamo tolto tutto quanto di dosso”. I colloqui sono stati intercettati nell’ambito del fascicolo aperto dopo un altro caso di violenza ultras, gli scontri con la polizia avvenuti il 6 gennaio nella zona della stazione Centrale, all’arrivo di un gruppo di tifosi del Verona. Gli ultras napoletani avevano in mente di aggredire nuovamente i romanisti, affrontandoli alla stazione ferroviaria di Afragola: “Me li vado a prendere un’altra volta. Non hanno capito questi con chi hanno a che fare. Io sclero, io non sto bene con la testa”.