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Una faida ‘sottobanco’ tra le Cinque Famiglie, i motivi dell’omicidio Abrunzo

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Dalla voglia di conquistare l’ex regno del clan Di Lauro e dalla cacciata degli Spagnoli dai quartieri partenopei nacque l’accordo delle Cinque Famiglie siglato dai clan Abete-Abbinante, Notturno, Marino, Leonardi e il gruppo della Vanella Grassi. 

L’alleanza, però, iniziò tra la diffidenza e la voglia di arricchirsi condotta a discapito degli altri membri del cartello criminale. In quel clima di sospetti ci fu il riavvicinamento della Vanella agli Amato-Pagano, probabilmente favorito dalle forniture di cocaina.

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LA GUERA SOTTOBANCO

Antonio Mennetta, Rosario Guarino e Fabio Magnetti volevano inglobare i Marino ed i Leonardi nel proprio gruppo, sfruttando la loro grande disponibilità economica e il rapporto segreto con gli Spagnoli melitesi. Dunque l’obiettivo del triumvirato vinelliano era annientare gli Abete-Notturno-Abbinante-Aprea, fingendo di esserne ancora alleati. Parallelamente anche la mala secondiglianese preparò l’aggressione contro gli amici-nemici.  

I membri delle Cinque Famiglie vissero una sorta di guerra fredda, condita da formali ed ipocrite dimostrazioni di amicizia. Dunque nel periodo che va dal gennaio 2012 al 4 luglio 2012 venne combattuta una guerra sottobanco così come è stata chiamata nel gergo criminale. Dunque una pax scandita da doppi-giochi e tradimenti tra famiglie che in realtà si stavano preparando ad nuova guerra di camorra.

IL COLPO ALL’ALLEANZA

Quell’alleanza criminale cominciò, però, a dare sostanziali segni di cedimento dopo gli agguati contro Raffaele Stanchi e Luigi Montò, entrambi uccisi dai killer nel gennaio del 2012. Lello Bastone fu un uomo di fiducia di Arcangelo Abete e gestore della piazza di spaccio della Casa dei Puffi, di fatto, ritenuta la cassaforte del gruppo. Quell’azione di fuoco venne segretamente organizzata dalla Vanella Grassi e dai Marino, ma, formalmente, ogni colpo inferto agli Abete-Abbinante sarebbe dovuto sembrare per attacco degli Amato-Pagano.

MANDANTI ED ESECUTORI

Alla luce della strategia criminale sottesa il 21 giugno del 2012 Ciro Abrunzo venne ucciso poiché era ritenuto un colonnello degli Abete – Abbinante, infatti, ciò lo rendeva un obiettivo degli Amato-Pagano. Con lui morì anche Franco Gaiola solo perché si trovó nel posto sbagliato.

Secondo il gip del Tribunale di Napoli l’omicidio di ‘o Cinese venne deciso da Mariano Riccio e da Carmine Cerrato, reggenti del clan melitese. L’incarico mortale fu affidato a Francesco Paolo Russo e Franco Bottino che si travestirono da netturbini e spararono almeno 15 colpi di pistola sul Corso Sirena a Barra.

LA TERZA FAIDA

La terza faida di Scampia scoppiò dopo l’eclatante tentato omicidio Giovanni Esposito, allora reggente degli Abbinante. Per quell’agguato, datato 4 luglio 2012, vennero arrestati in flagranza di reato Antonio Di Gennaro e Gennaro Iorio, entrambi affiliati al clan Leonardi. Dunque le responsabilità della Vanella Grassi emersero chiaramente per via degli arresti dei due sicari, ormai assorbiti dagli ex Girati. Quindi Abete-Abbinante e Notturno compresero di aver subito un attacco al cuore del loro potere proprio dagli ex alleati.

Cugino del boss ucciso a Barra, chi è il pentito che punta il dito contro gli Amato-Pagano

 

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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