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sabato, Aprile 20, 2024
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«Una lettera dal carcere annunciò l’agguato a Carlo Lo Russo», il retroscena

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E’ stato Mariano Torre a spiegare agli inquirenti per filo e per segno come maturò l’omicidio di Pasquale Izzi, finito nel ‘mirino’ di Carlo Lo Russo per un sospetto. «Carlo Lo Russo – ha spiegato Mariano Torre – ricevette una lettera da un detenuto che stava in carcere
insieme ad Antonio Genidoni e Fabio Cardillo e venne a sapere che Pasquale Izzi li stava aiutando per portare a termine il suo omicidio. Carlo quindi decise che Pasquale Izzi doveva morire in quanto si apprestava a fare la filata ai suoi danni. Izzi doveva essere ucciso già mesi prima, in occasione di un precedente permesso premio, ma non ci organizzammo in tempo. La sera prima insieme a Luigi andai da Carlo per organizzare come fare. Ricordo che aspettavamo il figlio Enzo, che si sarebbe dovuto organizzare con Marco Corona per avere l’aiuto del suo amico Tommy che conosceva Izzi e doveva farci sapere l’ora in cui sarebbe uscito di casa».

A questo punto nel racconto vengono tirate in ballo altre persone:« Dicemmo a Tommy (D’Andrea) che il giorno dopo dovevamo fare un servizio e che ci serviva il suo aiuto.
Per farci sapere l’orario preciso in cui lui usciva di casa per tornare in carcere. Chiedemmo il suo aiuto perché lui lo conosceva, si mise a disposizione e prendemmo appuntamento per l’indomani mattina, alle 7 a casa di Salvatore Freda dove avevamo le armi. Inoltre da casa di Salvatore Freda si vede la zona da cui sarebbe uscito Izzi. Dicemmo a Tommy che dovevamo fare “un servizio” per ché nel nostro gergo si parla di “servizio” per
riferirci agli omicidi. Del Resto, Marco lo aveva informato su quello che dovevamo fare. Tommy, Ciro e Antonio Buono rimasero a casa di Salvatore. Ciro e Buono si misero sul balcone con il compito di farci il fischio quando vedevamo Izzi scendere da casa. Le armi erano custodite da Salvatore: io presi una calibro 9, Luigi una 9×21». Dunque, stando al racconto di Torre e alla ricostruzione fatta dal gip, Marco Corona e Tommaso D’Andrea consentirono ai Lo Russo di conoscere il giorno e l’ora in cui Pasquale Izzi sarebbe rientrato in carcere. L’ora esatta in cui poi maturò l’omicidio della II Traversa di via Janfolla.

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