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domenica, Maggio 5, 2024
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Una lite tra giovani e il pericolo di nuova guerra di mala:«Partecipammo ad una riunione a Posillipo»

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Un ‘mostro a tre teste’ capace di tessere rapporti di ogni genere con gli altri gruppi di Napoli. Capace di mediare, di fare da intermediario a dimostrazione del peso criminale ottenuto negli ultimi tempi. Capace anche di evitare una nuova guerra nel ‘cuore’ della cottà. È questo uno dei passaggi più significativi contenuti nelle quasi ottocento pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che due settimane fa è stata eseguita nei confronti di 53 indagati. Al centro del nuovo ‘sistema’ che reggeva i vicoli a ridosso di via Toledo tre ras, Eduardo Saltalamacchia, Vincenzo Masiello e Antonio Esposito detto ‘o pallino. Nel provvedimento firmato dal giudice per le indagini preliminari Carla Sarno viene ricostruita l’ascesa del triumvirato e gli affari che legavano tra loro i gruppi della Pignasecca, di Largo Baracche e di via Speranzella. Non solo. Fondamentali per raccontare l’ascesa del gruppo anche i verbali dell’ex ras di Forcella Salvatore Giuliano ‘o russ che ha spiegato ai magistrati che, quando ve ne fu necessità, il triumvirato riuscì ad evitare lo scoppio di una nuova guerra. Per scongiurare il pericolo si tenne un summit in un noto ristorante a Posillipo.

Il summit a Posillipo: la mediazione affidata a Eduardo Saltalamacchia

Giuliano tira in ballo diversi ras (che non risultano indagati e con la precisazione che non vi è alcun provvedimento sul loro conto) che avrebbero partecipato a questa cena, incontro nato su iniziativa di Eduardo Saltalamacchia della Pignasecca dopo tensioni e pestaggi avvenuti tra alcuni giovani rampolli del Cavone e altri della Sanità. Nel verbale dello scorso 28 settembre Giuliano ha raccontato ai magistrati:«Alcuni giovani del Cavone e della famiglia Lepre furono picchiati da alcuni ragazzi della Sanità. Saltamacchia aveva così chiesto un incontro con i Mazzarella per chiarire la situazione. Alla riunione  avrebbero dovuto partecipare i Lepre del Cavone che, invece non si presentarono perché non volevano incontrare quelli della Sanità; erano invece presenti esponenti della Sanità, esponenti dei Mazzarella e dei Giuliano i nonché dei gruppi di San Gaetano, di Oronzio Costa ed i Caldarelli. In effetti, preciso che sin dall’inizio dell’organizzazione della riunione era evidente che Saltalamacchia avrebbe presenziato in rappresentanza di quelli del Cavone ed effettivamente, al pranzo, avvenuto tra giugno e luglio 2020, parteciparono Saltalamacchia Eduardo, Masiello figlio, detto o’ cucù e alcuni appartenenti alla i paranza dei quartieri: quando dico la paranza dei quartieri intendo riferirmi ad un gruppo, e ancora da Esposito Antonio, detto o’pallino. Si tratta, apparentemente, di un unico clan nel senso che sono tutti tra loro uniti anche se ognuno ha un proprio gruppo e di fiuto “si fanno le scarpe gli uni con gli altri” per il controllo di tutte le attività illecite proprie dei clan camorristici».

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Il diverbio tra Saltalamacchia e i Mazzarella

Quella riunione però, a detta di Giuliano, non servì a placare gli animi visto che c’erano troppe questioni in ballo tra il Cavone e la Sanità:«La riunione non servi a risolvere gli attriti ma segnò solo un momento di tregua, in quanto Saltalamacchia e De Marino Genny litigarono per diversi motivi senza riuscire ad intavolare nessun tipo di dialogo. Preciso che Salvatore Barile cerò di parlare con Saltalamacchia il quale però, a un certo punto, si girò verso De Marino dicendo “che lo stava guardando” e cercando un pretesto per litigare; io mi misi in mezzo e dissi che non mi aspettavo da lui un atteggiamento cosi puerile per cui poi ci sedemmo a mangiare ma senza discutere seriamente».

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