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Provocò la morte di un coetaneo, preso 17enne

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Napoli Identificato uno dei due rapinatori che inseguendo Paolo Avella ne causarono la caduta dallo scooter




Provocò la morte di un coetaneo, preso 17enne


NAPOLI – Un 17enne di Napoli, V.P., è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di essere uno dei due giovani che il 5 aprile scorso a San Sebastiano al Vesuvio (Napoli) provocarono la morte del 17enne Paolo Avella, caduto dallo scooter mentre sfuggiva a un tentativo di rapina. «Non abbiamo avuto nessuna collaborazione dagli amici della vittima» denunciano gli investigatori. L’indagato è incensurato, ma appartiene ad una famiglia di pregiudicati del quartiere Barra. P.V. è stato individuato dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco ed è stato colpito da una misura cautelare del Tribunale dei minori per tentata rapina. L’indagine secondo gli inquirenti è stata particolarmente difficile perché nessuno degli amici della vittima ha parlato. «Hanno fatto manifestazioni e fiaccolate – dice un investigatore –, hanno aperto un sito internet, hanno lanciato accuse contro le istituzioni. Poi però nessuno si è fatto avanti con noi, nessuno ha parlato, nessuno ha visto niente». V.P. è stato individuato soltanto grazie al lavoro dei carabinieri: consultazione di banche dati, appostamenti, pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali. A coordinare il lavoro sono stati i pm Cimmarrotta della procura di Nola e Rossetti della procura dei Minori di Napoli. Il giovane è stato arrestato stamani alle 5 in casa sua e portato al Centro di Prima Accoglienza di Napoli. I militari cercano ora di individuare il suo complice. Secondo gli inquirenti, il 5 aprile scorso l’indagato e il complice avevano abbordato a bordo di un Honda Chiocciola il Piaggio Liberty di Avella, in via Matteotti a San Sebastiano. V.P. sarebbe stato alla guida. Paolo, appena uscito dal liceo scientifico dove studiava, accompagnava un amico a casa, prima di tornare alla sua abitazione a Pollena Trocchia (Napoli). I due malviventi avevano intimato ad Avella e all’amico di consegnare loro il Liberty. Lo studente aveva accelerato per fuggire ai rapinatori, ma aveva perso il controllo del mezzo ed era finito a terra. Avella e l’amico non portavano il casco, come praticamente tutti i motociclisti nell’hinterland napoletano. Il giovane aveva battuto la testa contro un marciapiede ed era morto qualche ora dopo all’ospedale Loreto Mare di Napoli. «Mi rivolgo a chi quel giorno era nella zona, ha assistito alla scena e non ha ancora testimoniato, per assicurare definitivamente alla giustizia i responsabili della morte di mio figlio. Rinnovo l’invito a farsi avanti e a collaborare con magistrati e forze dell’ordine». A lanciare l’appello è Alfredo Avella, il padre di Paolino, il ragazzo di 17 anni morto il 5 aprile scorso cadendo dal motorino per sfuggire ad una rapina San Sebastiano al Vesuvio. «La cattura del ragazzo di 17 anni ritenuto responsabile della tentata rapina che costò la vita a mio figlio – dice Avella – è la conferma dell’ottimo lavoro fatto da magistrati e carabinieri, impegnati in una difficile indagine, nella totale mancanza di testimonianze. Al momento però è soltanto un risultato parziale. C’è ancora da rintracciare l’altro ragazzo che era con il minorenne arrestato».
>Br>
(domenica 6 luglio 2003)

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http://www.gazzettadelsud.it/index.asp?Pagina=edizioni.asp&Edizione=edz-in.asp&ART=022




Fiaccolate e tanta omertà per la morte del compagno




San Sebastiano al Vesuvio(Napoli).
L ’omertà che prende il sopravvento sul dolore,sull ’indignazione,e lascia spazio solo alle proteste di facciata degli amici di un ragazzo morto per colpa di due rapinatori. Paolo Avella,18 anni,voleva scappare per salvare il suo scooter,ma si schiantò contro un albero,a due passi dalla scuola,a San Sebastiano al Vesuvio,sotto gli occhi di decine di testimoni rimasti in silenzio.Ora,dopo tre mesi,gli investigatori hanno arrestato uno dei due rapinatori (è Pasquale V.,
17 anni,appartenente a una amiglia di pregiudicati),sono sulle tracce del secondo,e denunciano
il grave clima di omertà che ha tappato la bocca a chi ai funerali piangeva e si disperava,ai compa-
gni di classe,agli amici.La paura di ritorsioni ha sconvolto anche il ragazzo che era sullo scooter con Paolo,un coetaneo rimasto ferito e che con le sue dichiarazioni stava mandando fuori pista i carabinieri.«Non abbiamo avuto nessuna collaborazione dagli amici della vittima –spiegano gli investigatori -hanno atto manifestazioni e iaccolate,hanno aperto un sito internet,hanno scritto lettere struggenti in me- moria di Paolo,hanno lanciato accuse contro le istituzioni,poi però
nessuno si è fatto avanti con noi, nessuno ha visto niente ».Il padre di Paolo,Alfredo Avella,
avvocato,lancia di nuovo un appello:«Chi ha visto parli,ho ancora tanta amarezza per l ’assoluta
mancanza di testimoni ». Paolo frequentava il liceo scientifico di San Sebastiano.Il 5 aprile
scorso esce dalla scuola in sella a un Piaggio Liberty.Dietro di lui un compagno di classe.Tornano a
casa,senza casco,pochi minuti e vengono affiancati in pieno centro da due giovani su uno scooter
Honda Chiocciola,alla guida Pasquale V.,17 anni,di Barra,periferia di Napoli (fedina penale pulita
ma un lungo elenco di familiari pregiudicati).Sono a volto scoperto,gli intimano di fermarsi,ma
Paolo accelera per scappare,poi perde il controllo del mezzo e finisce contro un albero.Alla scena
assistono decine di compagni di classe che aspettano il bus e diversi automobilisti.I rapinatori si
dileguano,in ospedale per Paolo non c ’è niente da fare,il compagno è ferito.Vengono convocati in
caserma una decina di compagni, potenziali testimoni,nessuno ha visto niente.Eppure le manifesta-
zioni di protesta si moltiplicano, tanti amici del liceo danno vita a fiaccolate e dibattiti. Solo da intercettazioni ambientali e telefoniche relative ad alcuni parenti di Pasquale V.affiora la verità e alla fine il gip di Nola firma l ’ordinanza di arresto per il tentativo di rapina.



Michele A.Giordano – Il secolo XiX



INDICE EDIZIONI Domenica 6 Luglio 2003

LA TRAGEDIA DI SAN SEBASTIANO




di FRANCESCO VASTARELLA




Ha prima negato ogni addebito, poi, dopo avere salutato i genitori, ha chinato il capo e senza dire una parola si è lasciato portare via dai carabinieri, ieri all’alba, dalla sua casa in un rione periferico di Barra, a Napoli. Diciassette anni appena compiuti, familiari pregiudicati, il suo nome non è stato rivelato, una vita avvezza ai pericoli della strada, sebbene sulla sua fedina penale non ci siano precedenti.
È lui uno dei due presunti responsabili della morte di Paolino Avella, il 18enne studente che il 5 aprile fu vittima di una tentata rapina fuori dal liceo scientifico di San Sebastiano al Vesuvio. Paolino, che era in compagnia di un compagno di classe, cercò di sfuggire ai due rapinatori che lo inseguivano, ma la corsa disperata finì su un marciapiede e contro un albero di via Matteotti, nelle vicinanze del liceo. Lo studente non aveva il casco, morì sul colpo. Il compagno, Andrea Commodo, gravemente ferito, riuscì a cavarsela dopo un lungo ricovero in ospedale.
Una Honda Chiocciola. Soltanto questo dato nelle mani dei carabinieri della compagnia di Torre del Greco. Per il resto niente: né colore, né un numero della targa, nè una minima descrizione dei due ragazzi a bordo. Nessuna collaborazione da parte della gente e degli studenti che pure invocavano giustizia per il loro amico. Nessun testimone, dunque, nonostante i ripetuti incessanti appelli a collaborare da parte dei genitori della vittima, da parte degli amministratori, in testa il sindaco e il deputato del collegio, Aldo Cennamo. Così l’accusa per il ragazzo identificato è solo di tentata rapina, neppure di omicidio preterintenzionale.
Gli investigatori hanno dovuto penare quattro mesi tra intercettazioni, pedinamenti, confronti di dati su rapine prima di riuscire ad assicurare alla giustizia il 17enne che con un complice provocò la morte di Paolino. A coordinare il lavoro, i pubblici ministeri Giuseppe Cimmarrotta della procura di Nola e Valeria Rossetti della procura dei minori di Napoli. «Una indagine tradizionale», la definisce il capitano Fabio Cairo, comandante della compagnia dei carabinieri di Torre del Greco, che ha firmato il rapporto inviato alla magistratura.
Il presunto responsabile domani sarà interrogato dai magistrato del tribunale dei minori nella casa di prima accoglienza dei Colli Aminei, dove è stato subito rasferito dopo che è stato bloccato nella sua casa di Barra. Gli investigatori sperano che in occasione dell’interrogatorio il ragazzo possa dare maggiori indicazioni sul complice, il giovane che era con lui sulla Honda Chiocciola e che presumibilmente è stato protagonista anche di altri assalti. Confrontando le denunce presentate tra San Sebastiano al Vesuvio, Portici, Ercolano e San Giorgio i carabinieri sono riusciti a trovare un filo conduttore intorno alla Honda Chiocciola, elemento presente in più esposti da parte persone scippate e rapinate.
Alla fine le indagini si sono concentrate su Barra e sul ragazzo più volte intercettato dalle pattuglie delle forze dell’ordine, sospettato di partecipare a scippi e rapine. La costanza degli accertamenti e dei riscontri incriociati ha dato alla fine buoni frutti, gli investigatori non escludono di riuscire nello stesso modo a identificare il complice.


IL MATTINO 6 LUGLIO 2003
Domenica 6 Luglio 2003




PERIFERIE DIMENTICATE

Quei figli del degrado



Se ne parlò fin dal primo momento: raid partiti dalla periferia orientale di Napoli, da Ponticelli a Barra, da San Giovanni a Poggioreale. I figli dei quartieri degradati che partono all’assalto delle zone bene, così come sono considerati San Sebastiano, San Giorgio, Portici, Ercolano. Piccole gang arrivano con i motorini, assaltano case, negozi, anziani che vanno a riscuotere la pensione, clienti all’uscita delle banche. Prima del tragico colpo di cui rimase vittima Paolino Avella, i ragazzi delle cuole di san Sebastiano avevano contato decine di rapine di telefonini e motorini all’esterno delle scuole. Ragazzi avvicinati, picchiati, minacciati, costretti a consegnare i pochi spiccioli. E alla fine la tragedia di Paolino.

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