Omicidio di camorra a Villaricca

Cinque proiettili sparati da una distanza ravvicinata. Uno alle spalle e altri quattro al volto. La vittima è Pasquale Malavita, 44 anni con precedenti penali, residente a Miano, il quartiere periferico partenopeo. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo, intorno alle 17.30, percorreva via Consolare Campana a Villaricca, nella zona ovest, cosiddetta “Villaricca due”, a bordo di uno scooter insieme ad un’altra persona, quando i killer, a bordo di un’altra moto si sono avvicinati ed hanno fatto fuoco con un fucile colpendo Malavita alle spalle. Lo scooter ha percorso ancora alcuni metri prima di fermarsi, lasciando evidenti traccie di sangue lungo il bordo della strada, poi quando la corsa si è arrestata, nei pressi del supermercato Crai, i killer hanno fatto ancora fuoco quattro volte colpendo la vittima al volto. La persona che era in compagnia di Malavita a bordo dello scooter, si sarebbe allontanata prima dell’arrivo dei carabinieri che indagano sulla vicenda.
Secondo alcuni testimoni accorsi sul posto dopo aver udito gli spari, Malavita non sarebbe morto sul colpo, ma solo alcuni minuti dopo, prima dell’arrivo dei soccorsi. La vicenda ha creato molto panico tra i residenti e i commercianti della zona. Via Consolare Campana è stata chiusa al traffico e la situazione ha creato non poche difficoltà agli automobilisti provenienti da Pozzuoli e Licola diretti a Qualiano.
Secondo le prime indiscrezioni, la vittima, residente a Miano e con precedenti penali, è ritenuto vicino al clan degli scissionisti. Indubbia, difatti, è la matrice camorristica dietro l’esecuzione. A indagare sull’uccisione di Malavita sono i carabinieri della compagnia di Giugliano diretti dal capitano Alessandro Andrei che sta cercando di ricostruire gli ultimi spostamenti di Malavita e del perché si fosse spostato da Miano a Villaricca. Si segue la pista della criminalità organizzata, la camorra che fa capo ai clan attivi a Villaricca, famiglie satelliti del clan Mallardo, attive nell’hinterland a nord di Napoli, insieme negli ultimi tempi ai Casalesi, principali indiziati nella pianificazione di un uccisione tanto efferata.