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giovedì, Marzo 28, 2024
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Tra Gomorra e realtà. La mania per le giacche di pelle di Genny, come il giovane che provocò la faida di Scampia

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Gennaro Savastano sin dalla prima puntata di Gomorra era nell’immaginario collettivo l’alter ego di Cosimo Di Lauro, ma per diversi episodi è stato lontanissimo dal dimostrarsi tale.

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“Genny bello” – come lo chiamò una volta suo padre – pensava a tutto, tranne che a comandare. Non era nato per fare il camorrista ma gli piaceva da morire la bella vita, figlia dei guadagni facili del clan guidato da Savastano senior. Motociclette, abiti alla modo ed i suoi amici. Il resto non aveva importanza nella sua vita, fino all’arresto don Pietro che lo portò ad una lenta maturazione. La svolta avvenne con il noto viaggio in Honduras, probabilmente se Salvatore Esposito (l’attore che interpreta Savastano jr) non fosse andato in centro-America il paragone con il suo alter ego della realtà criminale, Cosimo Di Lauro, non avrebbe mai potuto reggere.

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Genny tornò decisamente cambiato, quasi un’altra persona, determinata, pronto a prendersi tutto e a qualunque costo. Capì in poco tempo che l’unico modo per acquisire la leadership era azzerare i gradi nel suo clan perché i “vecchi”, da sempre fedeli a suo padre, non volevano proprio saperne di sottostare a chi era poco più di un ragazzino. Il resto è storia nota, così come è nota anche la psicologia criminale di Cosimo Di Lauro, figlio di Paolo, meglio noto come Ciruzzo O’Milionario, e causa principale della prima faida di Scampia.

Cosimo aveva appena 30 anni quando prese in mano le redini del più grosso clan mai esistito nell’area nord di Napoli. I collaboratori di giustizia lo definiscono come “uno psicopatico conosciuto per la sua brutalità”. Aveva capelli lunghi e secchi, ma a contraddistinguerlo era il suo modo di vestire, molto, troppo simili, a il Corvo, interpretato da Brendon Lee. Come Il Corvo portava vestiti neri, aveva inoltre una Lamborghini in un garage a Parigi. Per le ragazzine di Mezzo all’Arco a Secondigliano (zona dove vi era il feudo dei Di Lauro) era come una star, una star che però, stando a quanto dichiarato da molti collaboratori di giustizie, ordinò decine di omicidi e diede di fatto il via alla faida di Scampia. Si circondò di una banda di giovani sicari, spavaldi e pronti a tutto (nella serie tv sono rappresentati da O’Track, Cap ‘e bomb e O’ Cardillo, solo per citarne alcuni) per scalare posizioni nel sistema camorra. La sua line a non andò giù ai vecchi del clan, come Raffaele Amato, che approfittando dello stato di latitanza di Paolo Di Lauro (nella serie si rifà riferimento al periodo di detenzione di don Pietro), decise di fare la guerra al giovane Milionario.

Tante, dunque, le analogie tra il personaggio fantasy di Genny Savastano e quello reale di Cosimo Di Lauro, figli di superboss accomunati dal desiderio di predominanza e controllo assoluto degli interessi criminali nella zona considerata di loro proprietà.

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