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lunedì, Giugno 17, 2024
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ESCLUSIVO – INTERNAPOLI INTERVISTA IL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALEMANNO

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QUALIANO – “Il Piano cave è da rivisitare interamente”. A sostenerlo è il Ministro delle Politiche Agricole, Gianni Alemanno, in visita a Qualiano. “Alleanza Nazionale ha più volte ribadito la sua pozione in merito. Nessun allarmismo però: il piano non è definito” ha dichiarato il Ministro. “All’ordine del giorno della Commissione di cui sono segretario – ha aggiunto il capogruppo di An al Consiglio Regionale, Salvatore Ronghi – andremo a valutare i dissesti idrogeologici e particolar modo saremo attenti alla camorra che è presente sulla gestione delle cave e quindi ne predisporremo la chiusura di molte. Si tratta di bonificare tutte le cave attualmente gestiste dalla criminalità, soprattutto nell’area del Casertano”. Dopo il saluto con il primo cittadino di Qualiano, Michele Schiano di Visconti, e i consiglieri comunali di An, Alemanno ha incontrato i cittadini riuniti nella sala consiliare. In serata il Ministro è stato al “Pizza Fest” di Fuorigrotta, alla Mostra d’Oltremare. Applauditissimo il leader della destra sociale ha parlato di finanziaria, articolo 18, legge sull’immigrazione, sviluppo per il Mezzogiorno. “Cronache” lo ha intervistato.
Ministro Alemanno, martedì si discuterà della Finanziaria. Cosa ne pensa alla vigilia della nuova manovra economica?
Si tratta di una finanziaria difficile perché abbiamo la necessità di rispettare gli impegni presi con l’elettorato e con le parti sociali durante il Patto per l’Italia, con risorse limitate dettate da una congiuntura negativa che ci ha impedito di assorbire gli effetti economici negativi della precedente legislatura: il famoso buco di bilancio. Quindi dobbiamo essere molto attenti e realizzare una finanziaria di rigore e di sviluppo. Per fare questo, in particolare per il Mezzogiorno, è necessario concentrare tutte le risorse, fino adesso disperse in diverse leggi per lo sviluppo, in un unico fondo che gestisca attentamente le priorità e l’efficacia degli interventi. Evitando le riserve indiane, che troppe volte si sono create nella frammentazione dei provvedimenti. Se facciamo questo, potremmo sopportare la riduzione dei budget ministeriali, senza per questo ridurre il sostanziale aiuto che viene dato alle imprese.
Il presidente della Repubblica Ciampi è preoccupato per i conti pubblici e per la ripresa dell’inflazione. La situazione è così drammatica?
La situazione è difficile. I conti pubblici non sono sotto controllo perché stiamo ancora scontando le leggi che sono state varate nell’ultimo anno di governo del centrosinistra: leggi prettamente elettoralistiche. Di fatto uno degli interventi difficili che abbiamo messo in atto è quello dell’ultimo decreto legge: noi abbiamo dovuto ridurre i vantaggi che le grandi imprese hanno ottenuto da Visco nella passata legislatura. Tutto questo non ha fatto ovviamente piacere al mondo confindustriale, però è una priorità assoluta per poter rifinanziare i bonus sull’occupazione, che sono un intervento diretto nei confronti delle piccole e medie imprese.
Sul condono fiscale pare non ci siano problemi. Sul condono edilizio, invece, nelle scorse settimane si è aperta una spaccatura nella maggioranza.
Credo che non si faccia nessun condono edilizio ma solo un condono fiscale. Un provvedimento, a mio parere, non soltanto utile per le nuove risorse che il Governo otterrà, ma un provvedimento giusto voluto dagli italiani perché oggi c’è bisogno di voltare pagina sul fisco e anche perché sta per partire una riforma fiscale. E quando partono le riforme fiscali è ragionevole fare i condoni. Quindi mentre è legittimo criticare ed essere contrari ad un condono edilizio – che tra l’altro è stato fatto pochi anni fa e sarebbe una ripetizione pericolosa della gestione del territorio – il condono fiscale è cosa opportuna.
L’Italia è prima in Europa per l’agricoltura biologica (bio è il 6% della produzione contro il 3% della media europea). Da ministro delle Politiche Agricole come intende rafforzare questo tipo di produzione?
Abbiamo fatto la conferenza nazionale sull’agricoltura biologica e abbiamo preso l’impegno di varare una legislazione più moderna e più adeguata alle esigenze del comparto e di creare distretti agro alimentari di qualità anche nel settore biologico. Il nostro obiettivo è quello di giungere in tre anni al 15% di superficie agricola utile destinata al biologico.
Nella legge sull’immigrazione la possibilità di regolarizzare solo gli immigrati che hanno un contratto di lavoro indeterminato penalizza il settore agricolo, che vive, in sostanza, di contratti stagionali. Chiederete qualche modifica per ottenere per maggiori ingressi?
Sulla questione dell’immigrazione si sta raggiungendo un onorevole compromesso. Un compromesso che prevede per i contratti tempi più brevi, dato che questi per l’agricoltura non superano i sei mesi. Inoltre si è superato il problema dei fogli di via che era, sostanzialmente, un’ingiustizia. Questo tipo di equilibrio ci permette di gestire una regolarizzazione più giusta e dà la possibilità di portare alla luce tutta una serie di realtà sommerse. Da questo momento in poi sarà possibile programmare dei flussi senza avere la riserva mentale che sotto i flussi autorizzati agisce un’immigrazione clandestina. Sarà quindi possibile aumentare il numero degli immigrati stagionali che servono all’agricoltura italiana e particolarmente a quella meridionale. Senza il rischio che a tutto questo si aggiunga ad un’immigrazione illegale incontrollabile.
Molti agricoltori, nei mesi scorsi, hanno protestato davanti alla sede del consiglio regionale distribuendo gratis patate e pesche per protestare contro i disagi che hanno gravato sulla stagione del raccolto. Quali misure intende adottare per aiutare i coltivatori?
Noi abbiamo indicato già due interventi: uno per le patate e l’altro per le pesche. Per le patate è stato già stanziato un fondo che aiuterà i produttori campani. Per le pesche è stato richiesto un fondo che penso sarà approvato a breve. Stiamo quindi operando degli interventi straordinari proprio per sostenere il mercato di queste due coltivazioni.
Le associazioni di categoria, in particolar modo del Nolano e del Giuglianese, denunciano la presenza soffocante della criminalità organizzata che ostacola l’attività di impresa. Fenomeni come il furto delle macchine agricole, trattori, imposizione di nuove forme di taglieggio ai danni dell’agricoltura , la sottrazione del prodotto e la vendita abusiva nella rete commerciale ambulante costituiscono l’altra faccia della medaglia della crisi del settore. Come il Governo intende intervenire?
Proprio l’altro ieri è stata sottoscritta un’intesa istituzionale tra il Governo e la regione Campania per una serie di interventi finanziari per prevenire questi “incidenti” nei nostri campi. Tra l’altro saranno installate una serie di telecamere in tutte le aree, nella speranza di vincere questa grave piaga.

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