E’ iniziato stamattina, davanti alla Corte d’Assise di Napoli, il processo a carico di
Giambattista Toninelli, imprenditore originario di Varese, ritenuto il broker del traffico dei rifiuti dal Nord alla Campania. L’imprenditore lombardo è a processo con l’accusa di disastro ambientale ed avvelenamento delle falde acquifere aggravato dal metodo mafioso. Dalle carte del rinvio a giudizio viene ricostruita la storia del broker, che dall’88 al ’95 avrebbe – secondo la procura antimafia – “agito quale primario procacciatore ed intermediario tra il Cerci e Cipriano Chianese ed i produttori di rifiuti del centro e Nord Italia (industriali e pericolosi, ndr) smaltendolo in modo del tutto incontrollato nella discarica Resit di Giugliano. Attraverso la società commerciale Ctm avrebbe fatto da ‘trade-union’ tra produttori di spazzatura industriale ed il traffico delle ecomafie.
A parlare dell’imprenditore del nord fu il collaboratore di giustizia Nunzio
Perrella che parlò dei rifiuti tossici dell’Italsider
smaltiti a Licola e seppelliti dove oggi sorgono centinaia di
case. «I rifiuti tossici li gestiva Giambattista Toninelli, imprenditore del nord, venivano
30,40 camion al giorno. C’erano tutti i rifiuti che producono gli industriali del Nord».
Nel frattempo procedono a rilento le operazioni di messa in sicurezza della Resit. Ad un anno dall’avvio dei lavori, le operazioni non sono nemmeno a metà a causa di stop burocratici che hanno rallentato di molto la messa in sicurezza della bomba ecologica
Veleni alla Resit di Giugliano, al via il processo all’imprenditore del Nord. A rilento la messa in sicurezza della discarica
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