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sabato, Aprile 20, 2024
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RAPINA ALLA CASSA DI RISPARMIO DI TRIESTE, SI CHIUDE IL CERCHIO

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In manette un 24enne di Qualiano e un 34enne di Napoli che presero parte al raid dello scorso giugno.






Due settimane fa erano stati arrestati gli altri sette componenti della banda




QUALIANO – E’ finito in manette per aver rapinato la Cassa di Risparmio di Trieste. Vincenzo Patacca, 24enne di Qualiano, è stato raggiunto l’altro giorno dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trieste, Enzo Truncellito, su richiesta del sostituto procuratore Luca Fadda. Il 24enne è accusato di aver preso parte al raid messo a segno lo scorso 27 giugno. Patacca, assieme ad altre otto persone, razziò l’istituto di credito per un bottino pari a 300 mila euro, quasi seicento milioni delle vecchie lire. Nell’appartamento di Qualiano del Patacca, i poliziotti hanno rinvenuto un etto di hashish. Assieme al qualianese è stato anche arrestato il 34enne napoletano Ciro Esposito. Patacca ed Esposito facevano parte di una banda specializzata in rapine su commissione in banche e uffici postali del Nord. Due settimane fa la polizia triestina ne aveva già arrestati sette. Tutti provenienti dal Giuglianese. La squadra mobile di Trieste li incastrò dopo mesi di serrate indagini. In manette finirono Domenico Riccio (38 anni); suo fratello Luigi (31); Giuseppe Miraglia (42); Luigi Santillo (48), Antonio Grimaldi (32); Fabio Platone (23); e Saverio Gaudino (47). Per gli inquirenti stavano mettendo a punto gli ultimi particolari di una rapina che avevano deciso di compiere alla filiale triestina della Banca Commerciale. Gli uomini della Squadra Mobile di Trieste- coordinati da Mario Bo – stavano seguendo il gruppo da luglio. Grazie a numerose intercettazioni telefoniche e pedinamenti hanno accertato che nella banca presa di mira era stata già forzata una porta secondaria che consente l’accesso ai locali dell’istituto di credito e, con altri passaggi, alla camera blindata.

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I PRECEDENTI – Pendolari del crimine. Il caso delle rapine agli uffici postali e banche del nord da parte di banditi dell’hinterland giuglianese non è nuovo. Anzi. E’ in netta ascesa. Lo testimoniano i numerosi arresti degli ultimi mesi. Nel luglio del 2002 fu arrestato Gennaro Micillo, 25enne di Giugliano. Coniugato, muratore, con diversi precedenti penali, era implicato nei colpi agli uffici postali di tre comuni emiliani: Corporeno(Fe), Argelato(Bo) e Renazzo(Fe), e inoltre all’agenzia ippica di Cento (Fe). Lo arrestarono a Giugliano i carabinieri della locale Compagnia coadiuvati dai colleghi di Cento. Le indagini duravano da circa un anno. Micillo aveva messo a punto un perfetto piano per far soldi. E gli era sempre andata bene. Il suo compito consisteva nell’ eseguire i sopralluoghi agli obiettivi da colpire, ingaggiare complici fidati (tutti provenienti da Napoli), prenotare i viaggi in treno per l’andata e il ritorno. I rapinatori infatti, rimanevano in Emilia giusto il tempo necessario per i reati: arrivavano sempre in treno e ripartivano con il primo convoglio utile successivo al colpo. A settembre furono ammanettati tre giovani giuglianesi, di età compresa tra i 22 e i 25 anni. Si tratta di E. C., pluripregiudicato di 25 anni, D. D. di 23 anni e P. C. di 22 anni. Una curiosità: gli ultimi abitavano nella stessa via a Giugliano. Il 10 maggio ripulirono l’ufficio postale di San Rocco al Porto, in provincia di Milano. Il colpo fruttò circa 17’000 euro. Il 15 ottobre i carabinieri di Verona arrestarono i giuglianesi Carmine Fontanella (26 anni), Luigi e Vincenzo Ciccarelli (entrambi di 29 anni). L’allegra compagnia prima seguì le sorti del Napoli in trasferta a Verona, poi tentò, invano, di svaligiare l’ufficio postale nei pressi dello stadio.

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