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venerdì, Aprile 19, 2024
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Agguato a Scampia, l’omicidio De Luca un fatto ‘interno’ agli Abbinante

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L’omicidio di Vincenzo De Luca è un fatto interno agli Abbinante (leggi qui la notizia di Internapoli). Questo il sospetto che sembra trapelare in ambienti investigativi (indagini condotte dai carabinieri della compagnia Stella e del Nucleo investigativo del comando provinciale, coordinati dalla procura antimafia) in relazione all’omicidio di ‘Tarantella’ (chiamato così per il suo carattere fumantino). De Luca è stato ucciso nel circolo ricreativo “Ultrà Napoli sezione Scampia Ciccio Turrini” di via Annamaria Ortese nella zona cosiddetta della 33. Secondo una prima parziale ricostruzione il killer sarebbe arrivato con un complice su uno scooter che lo attendeva all’esterno e sarebbe entrato indisturbato all’interno del circoletto. Segno evidente che De Luca lo conosceva e che dunque non aveva nulla da temere. Dopo aver esploso i colpi il sicario è fuggito con il complice rimasto ad attenderlo con il motore acceso. A terra oltre al corpo esanime di De Luca (morirà durante il tragitto in direzione del Cardarelli) una quindicina di proiettili 9×21.

Il profilo di De Luca ‘Tarantella’

De Luca era indicato negli ambienti di mala come una persona molto vicina al boss Antonio Abbinante e suo figlio Arcangelo. Una persona molto conosciuta al Monterosa storica ‘roccaforte’ del gruppo. C’è però un dato che potrebbe spiegare in parte il suo omicidio: Antonio Abbinante è stato scarcerato sabato scorso (era in carcere a Catania) e sottoposto agli arresti domiciliari per la violazione di una sorveglianza speciale. Saranno i carabinieri a dover carpire il nesso tra i due eventi. Tuttavia le modalità con cui è avvenuto l’agguato farebbero pensare ad una sorta di epurazione interna, una ‘punizione’ per la forse troppa voglia di autonomia del ras 39enne. Molto più debole al momento la pista che porta a contrasti con altri gruppi con cui vige al momento uno stato di tensione come la Vanella Grassi. Del resto eseguire un agguato in quella zona avrebbe necessitato di più di un appoggio logistico: via Ortese è una strada con un solo punto di accesso quindi vi era bisogno di un’azione repentina, senza dare nell’occhio, e invece a quanto sembra il sicario è entrato nel circoletto indisturbato avvicinandosi senza problemi alla vittima che dunque conosceva.

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