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martedì, Aprile 30, 2024
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Andrea ucciso con un taglio alla gola, non si esclude il delitto passionale

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Cairate, Varese. Il giovane Andrea Bossi è stato ucciso con una coltellata alla gola a casa sua. Manca all’appello l’arma del delitto e un telefono cellulare sottratto alla vittima.

L’omicidio

Il fatto è avvenuto nella casa al secondo piano della palazzina di via Mascheroni alla «Quadra», il quartiere residenziale di Cairate. I vicini conoscevano Andrea Bossi, descritto come una persona tranquilla. Usciva al mattino per lavorare in un’officina meccanica della vicina Fagnano Olona, dove il ragazzo è cresiuto e ha vissuto fino a sei mesi fa,  per fare ritorno alla sera. “Lo vedevo, si, certo. Usciva col cane, sbatteva la tovaglia dal balcone: dalla mia casa lo vedevo da oramai qualche mese”, racconta una vicina di casa che conosceva di vista il ragazzo. Venerdì sera Andrea era a casa. Ha aperto la porta a qualcuno, probabilmente nella tarda serata, quando il medico legale ha fatto risalire da una prima analisi del corpo il momento del decesso, appunto fra le ultime ore di venerdì e le primissime di sabato. Alcuni vicini dicono di aver sentito un tonfo e il cane abbaiare poco dopo, era più o meno intorno alle 4 del mattino. La vittima è stata raggiunta da un solo colpo alla gola con perdita di sangue importante.

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L’allarme dato dal padre

A dare l’allarme il padre, domenica mattina. La chiamata al 112, l’arrivo sul posto di un’ambulanza dell’Sos del Seprio, poi dei carabinieri della stazione di Fagnano Olona e in seguito dei colleghi del nucleo operativo radiomobile di Busto Arsizio e in un secondo momento del nucleo operativo di Varese. Niente da fare per il ragazzo trovato a terra: è morto da ore. Partono gli accertamenti sulla stanza, un grande open space “a giorno“, spazioso, dove il ragazzo viveva col cane, un pitbull rimasto ad abbaiare sul balcone, chiuso fuori.

Le indagini e le varie piste

Come sempre accade in queste situazioni, le prime indagini arrivano a battere diverse piste. La strada dove si torva l’abitazione in cui è avvenuto l’omicidio è piuttosto isolata. Non vi sono molte telecamere pubbliche a disposizione e ha due punti di accesso, di fatto una strada segnata come “senza uscita” e che si perde nelle campagne. Andrea Bossi aveva imparato a lavorare l’oro. Un’arte appresa a Valenza, nel Pavese, dove esiste da secoli tradizione orafa. Le poche foto sui social lo ritraggono con anelli importanti e monili, oggetti che forse rientrano in quell’inventario stilato dagli investigatori fra i gioielli mancanti dalla casa. Mancherebbe anche un cellulare del ragazzo e il coltello utilizzato per il fendente.

Scenari e sviluppi

L’ipotesi più valida sembra  essere quella di un incontro con una persona che Andrea conosceva bene. Gli ha aperto la porta volontariamente, e l’incontro è finito con l’omicidio e il furto o viceversa nel caso di un tentativo di furto trasformatosi in rapina e omicidio e la successiva fuga. Sul pianerottolo in marmo bianco sono state trovate tracce di sangue, per la maggiore impronte, trovati dai carabinieri e repertati dalla Scientifica.

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