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venerdì, Marzo 29, 2024
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Arriva il tetto sul prezzo del petrolio russo e Mosca blocca il gas

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I Paesi del G7 hanno deciso di introdurre un tetto massimo al prezzo del petrolio russo, per tagliare le entrate di Mosca e limitare l’impatto della guerra sui prezzi dell’energia. Inizialmente il Cremlino ha reagito garantendo che non venderà petrolio a chi applica il ‘price cap’.

In serata Gazprom ha fatto sapere che il Nord Stream, il gasdotto principale per il trasporto del gas russo verso l’Europa occidentale, sabato non ripartirà, com’era invece previsto dopo tre giorni di manutenzione: dopo i “guasti e danni” individuati, ha detto, “il trasporto di gas” è stato “completamente fermato”.

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TORNA LO SPETTRO DI UNO STOP TOTALE

In un copione ormai consolidato per gli annunci di Mosca, dunque, torna lo spettro di uno stop totale del gas russo. Del resto solo poche ore prima la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si era detta “della ferma convinzione che è tempo di un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi in Europa”. Subito arrivata una replica del ‘falco’ Dmitry Medvedev, vice capo del Consiglio di sicurezza russo ed ex presidente: se l’Ue imporrà un ‘price cap’, il gas russo “non ci sarà più” in Europa.

Proprio l’attesa della ripartenza sabato del Nord Stream aveva mandato in caduta libera i prezzi del gas, con i future Ttf, riferimento per il prezzo del metano in Europa, in calo dell’11,7% a 214 euro. Rispetto al tetto sul petrolio deciso dal G7, resta da capire che modalità avrà, quale sarà la soglia, e soprattutto come reagiranno gli altri grandi acquirenti di petrolio, come India e Cina. Quanto invece ai lavori nella Ue per contrastare i prezzi dell’energia, la priorità, ha segnalato von der Leyen, resta quella di risparmiare energia, “soprattutto negli orari di picco”.

Servirà poi usare alcuni degli extraprofitti dei produttori di elettricità per supportare i soggetti e le attività più vulnerabili. Nel medio termine, poi, andrà rivista la configurazione del mercato dell’elettricità valutando ad esempio il ‘decoupling’, per disaccoppiare cioè il prezzo del gas da quello dell’elettricità, oltre a fare imponenti investimenti nelle rinnovabili. Le possibili mosse su cui sta lavorando per ora la Commissione, stando a un non-paper circolato a Bruxelles, includono un piano di risparmi dell’elettricità simile a quello sui risparmi di gas già licenziato dall’Ue, l’introduzione di un limite di prezzo per le tecnologie di generazione di energia elettrica ‘inframarginali’ (quelle con costi minori come rinnovabili, nucleare e carbone, perché hanno generato extraprofitti grazie agli alti prezzi del gas). Da qui arriverebbero i fondi per finanziare interventi sui prezzi al dettaglio.

L’attesa è comunque per il confronto al Consiglio straordinario dei ministri dell’energia del 9 settembre. Von der Leyen poi potrebbe annunciare alcune misure specifiche già nel discorso sullo Stato dell’Unione del 14 settembre. Tornando al G7, ha espresso dopo l’impegno assunto al vertice di Elmau di impedire alla Russia di trarre profitto dalla guerra all’Ucraina, ha confermato “l’intenzione politica congiunta di finalizzare e attuare un blocco complessivo ai servizi che consentono il trasporto marittimo di petrolio greggio e prodotti petroliferi di origine russa nel mondo. La fornitura di tali servizi sarebbe consentita solo se il petrolio e i prodotti petroliferi fossero acquistati a un prezzo uguale o inferiore a un valore (“price cap”) determinato dall’ampia coalizione di Paesi che vi aderisce e attua tale misura”. Il G7, ha commentato il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni, lavorerà a “un’ampia coalizione globale per finalizzare la progettazione e il livello del tetto di prezzo”, sul petrolio e la Commissione lavorerà per “raggiungere l’unanimità tra i nostri 27 Stati membri”.

“Il ricatto russo è chiaro a tutti, tra l’altro l’aumento dei prezzi stabilito dal Ttf ha favorito i russi perché ci hanno dato meno gas a prezzo più alto”, consentendo di “introitare un sacco di soldi con cui finanziano la guerra”, ha detto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani al Tg1 alla minaccia della Russia di azzerare i flussi di gas verso l’Europa. “La Russia non può sospendere così rapidamente le forniture perché non ha altri gasdotti dove mettere questo gas e venderlo altrove. E’ una partita di poker”. (ANSA)

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