Un gesto notturno e senza firma ha acceso Torre del Greco e superato confini. La scalinata della villa comunale si è trasformata in un potente simbolo di protesta e solidarietà, con una bandiera palestinese dipinta sui gradini.
Per molti quella scalinata era solo un passaggio quotidiano, ma oggi è diventato un megafono colorato che parla più forte di tanti discorsi politici, portando alla luce ciò che la politica locale ha scelto di ignorare. Napoli e i suoi dintorni hanno spesso dimostrato solidarietà verso la Palestina, ma questa volta è Torre del Greco a farsi sentire usando un linguaggio che nessuno può censurare: l’arte.
L’iniziativa a Torre del Greco per la Palestina
Nessuna dichiarazione ufficiale da parte dell’autore: è bastata solo un po’ di vernice, una scala e un messaggio chiaro e forte.
Il gesto, nato nell’ombra, ha rapidamente conquistato l’attenzione internazionale diventando virale, una voce che ha superato il Vesuvio per arrivare fino a Berlino e New York, in Corea.
Questo avviene in un momento particolare, pochi giorni prima, in consiglio comunale a Torre del Greco, due mozioni pro-Palestina sono state ignorate per mancanza del numero legale, senza alcuna discussione né voto. Di fronte al silenzio istituzionale, l’arte di strada diventa attivismo diretto, una forma di resistenza che usa la città come tela per esprimere solidarietà e denuncia.
Come dice Banksy: “L’arte dovrebbe confortare i disturbati e disturbare i confortati.” Questa scalinata è proprio questo: un grido visivo che rompe il silenzio e disturba chi preferirebbe non ascoltare.
Non serve un palco, un permesso o un megafono per far sentire la propria voce. La scalinata di Torre del Greco è ora una testimonianza viva di resistenza pittorica, un invito per chiunque voglia usare i propri strumenti che siano pennelli, parole o colori per esprimere solidarietà e impegno. Perché se la politica tace, restano i muri a parlare. E quando parlano, nessuno può ignorarli.