Una relazione passata non gradita al boss dietro gli spari a Luca Di Stefano, titolare della ristopescheria di Sant’Antimo ‘Il sole di notte’.
Il semplice sospetto di una relazione ripresa ha innescato la rabbia del boss (non indacato) e di suo figlio, finito in arresto insieme a Petro D’Angelo, ritenuto dagli inquirenti l’esecutore materiale del raid che ha portato al ferimento di Luca Di Stefano, tiktoker e titolare della ristopescheria di Sant’Antimo ‘Il sole di notte’.
Nell’ordinanza che ha portato in carcere Luigi Orefice e D’Angelo, vi è però anche minuziosamente descritto il pestaggio ai danni della giovane amante di suo padre che avrebbe ripreso a vedere Di Stefano, con cui aveva avuto una relazione anni addietro.
Dovevano, infatti, essere puniti entrambi, secondo quanto ideato da Michele Orefice ed il figlio Luigi, in costante contatto telefonico, nonostante il boss si trovasse rinchiuso in carcere. Sempre a telefono Michele Orefice commentava con sua moglie (non indagata) l’avvenuto pestaggio dell’ormai ex amante, facendosi spiegare anche i dettagli dell’aggressione avvenuta ad inizio maggio a Grumo Nevano, Comune di residenza della vittima.
Di seguito riportato uno stralcio della conversazione intercettata in cui il boss parla con la moglie di quanto avvenuto nelle ore precedenti, con quest’ultima che paventa una nuova aggressione ai danni dell’ex amante del marito, questa volta, però, guidata da lei personalmente.
OREFICE Michele: ha fatto il video Omissis?
Moglie: cosa? no lo feci io un poco poco, si fece… si sentono solo le grida e lei a
terra dai… si vede che in mezzo alla gente, comunque si fece una brutta
corsa, lei si fece un giro per il corso stava camminando a piedi e stava
facendo la sfilata perchè non andò nel palazzo della mamma. Omissis fece
spalla e spalla… Omissis, gli stranieri e i neri…
[…]
Moglie: eh… a me mo a me la vedi? La posso incontrare pure tra cento anni ma comunque ora la devo picchiare io
OREFICE Michele: se la vede Omissis