“Ora c’è Salvini, devi morire in galera”. Il racconto di Osman, “incastrato” dai carabinieri infedeli

Si legge il terrore nel volto di Osman, il ragazzo ghanese arrestato dai tre carabinieri “infedeli” della Compagnia di Giugliano in seguito ad una messa in scena allo scopo di ricevere encomi dall’Arma. E’ scosso mentre racconta il suo calvario durato ore: dalla sua abitazione, dove è stato insultato ripetutamente dopo la finta perquisizione che ha portato al ritrovamento dell’arma messa dai tre militari, fino alle accuse in caserma e la lunga attesa prima della liberazione.
“È finita, è finita, è finita! Devi morire in galera. Tu sei musulmano. Ora Renzi non ci sta più. È arrivato Salvini, ti devo fare un c… così”. Secondo il racconto di Osman, i carabinieri che lo hanno fermato hanno inveito così nei suoi confronti prima della chiamata in caserma per i rinforzi. Poi l’ingresso in casa e il ritrovamento, ancora finto, di un corano e di un piano per compiere un attentato nel centro commerciale di Mugnano. Tutto organizzato dai tre uomini in divisa.

“Hanno scassato tutta la casa con una mazza – dice Osman a La Repubblica – me li sono visti addosso all’improvviso e mi hanno portato dietro l’abitazione dove hanno fatto finta di ritrovare una pistola. Hanno cominciato a inveire contro di me. “Ma quella pistola non è mia l’avete messa voi”, gli ho detto. Ho cercato di urlare. Di fronte a noi abita un maresciallo e così ho cominciato a chiamarlo ad alta voce. Ma loro mi hanno bloccato”.