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mercoledì, Giugno 26, 2024
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Docente aggredito dopo scuola a Casavatore: “I mandanti? I genitori”

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In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera Enrico Morabito, supplente nella scuola media Antonio De’ Curtis a Casavatore, ha parlato della violenza subita la scorsa settimana sotto casa. L’aggressione è arrivata dopo che la mattina, l’insegnante, aveva richiamato all’ordine la classe, una prima media: “La prova è che quando sono uscito dal portone, uno di quei cinque, quello che poi si è rivelato anche il più accanito, mi ha chiesto ‘sei tu Enrico?’, e alla mia conferma ha aggiunto: ‘Allora sei tu il professore della De Curtis’. Poi mi sono saltati addosso. Alla fine ero una maschera di sangue. Sono dovuto andare al Pronto Soccorso e ora eccomi qui, tutto incerottato”, spiega.

La mattina il professore aveva richamato i giovani alunni perché, spiega, “erano scatenati. Entravano e uscivano dalla classe senza permesso, facevano capannelli parlando come se io non ci fossi. Addirittura alcuni si sono seduti sul davanzale. Li ho richiamati più volte e li ho anche avvertiti che se avessero continuato avrei fatto rapporto a tutta la classe, spiegando la gravità di una nota disciplinare. Alla fine non ho avuto alternative”. Enrico Morabito pensa che qualcuno dei genitori gliel’abbia fatta pagare per qualcosa: “Forse non direttamente, magari incaricando qualcuno di picchiarmi. Stranamente la mattina alcuni dei ragazzi mi hanno detto ‘noi lo sappiamo dove sta la sua casa’. Non so cosa pensare”.

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L’insegnante racconta poi un episodio avvenuto a scuola: la lettera di un genitore che chiedeva il suo allontamanto perché avrebbe parlato di sesso e usato parole volgari. “A una bambina che mi ha parlato di Lgbt ho chiesto se ne conoscesse il significato e ho spiegato l’importanza del rispetto tra tutte le persone. Ma questo non è parlare di sesso, è parlare di civiltà”, spiega. C’è chi accusa di essersi presentato ai ragazzi dicendo “sono gay”: “Ma perché avrei dovuto farlo? Io quando mi presento dico il mio nome, non il mio orientamento sessuale”.

Chi l’ha aggredita le ha detto anche qualcosa? “Di non tornare più a scuola e di non denunciare. Ma io ho denunciato. Per quello che ho subìto e per tutelare i ragazzi. Se hanno genitori che li educano così che speranze possono mai avere?”.

 

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