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venerdì, Aprile 19, 2024
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Ucciso a Casoria, i rapporti di Cerqua con il ras Lucci: gli strapparono un orecchio a morsi

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Vincenzo Cerqua, ucciso ieri sera a Casoria in un agguato (che ha tutte le fattezze del regolamento di conti in ambito camorristico) era un personaggio molto conosciuto negli ambienti della mala dell’area nord (leggi qui l’articolo). Di lui ha parlato molto il neocollaboratore di giustizia Luigi Migliozzi in una serie di verbali in cui spiega come funzionano le piazze di spaccio a Casoria e dintorni. Nel verbale del 3 gennaio del 2020 Migliozzi inquadra Cerqua, conosciuto negli ambienti criminali con il soprannome di ‘a Somalia, come particolarmente vicino al giovane ras Ciro Lucci:«Cerozzo lucci spacciava insieme a Somalia. Sono stati anche arrestati insieme. Lucci poteva acquistare la droga dove voleva; per quanto ne so la comprava al Gescal, a Secondigliano, dove abita. Lucci è il cognato di Giorgio di cui ho già parlato, che se non sbaglio di cognome fa Tancredi, e che comunque sono in grado di riconoscere in foto. Cerozzo fa un cofano di guai perché non sta buono ca’ capa. Non sta a sentire manco il padre. E’ stato anche arrestato a Casoria per detenzione di un’arma dopo che aveva avuto un diverbio con me e con la lupara».

La denuncia di Cerqua contro gli esattori dei Moccia

Quella di Cerqua appare a tutti gli effetti un’esecuzione che potrebbe essere ricondotta alla guerra scoppiata da qualche mese tra gli ultimi irriducibili rimasti fedeli al clan Moccia e i nuovi ras che avrebbero lanciato il guanto di sfida ai vecchi colonnelli arroccati nelle palazzine di Afragola. Proprio contro i Moccia Cerqua aveva sporto denuncia tempo fa insieme alla compagna: in pratica si era rifiutato di pagare l’estorsione per la piazza di spaccio che gestiva ai ras Tommaso Russo, Ciro Sannino e Salvatore Barbato.  Nei verbali relativi all’arresto dei tre esattori c’è un verbale della moglie dello stesso Cerqua che raccontò ai carabinieri che Russo in una delle sue sortite a casa loro arrivò a picchiare anche lei. La donna raccontò ai carabinieri che durante l’episodio era riuscita a effettuare un video in cui riprendeva gli aggressori «poco prima che si accanissero contro di lei trascinandola a terra». In questo video, scrivono gli inquirenti, «risulta ben visibile la figura di Tommaso Russo, accompagnato da altri due soggetti, di cui uno indossava il casco, i quali discutono animatamente con Vincenzo Cerqua».

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L’omicidio di Antimo Giarnieri: i killer volevano colpire il socio di Cerqua

C’è un altro particolare che rimanda alla guerra in corso nell’hinterland partenopeo ed è quello relativo all’omicidio di Antimo Giarnieri, il giovane ucciso per errore a 19 anni l’8 luglio del 2020 proprio perchè scambiato dai killer per Lucci, il socio di Cerqua. Per quel delitto tempo fa fu arrestato proprio Tommaso Russo, considerato vicino al gruppo criminale guidato da Salvatore Barbato, conosciuto come Totore ‘o cane, legato al clan Moccia di Afragola. Russo è lo stesso che fu denunciato da Cerqua: i carabinieri, grazie ad una serie di intercettazioni, scoprirono che Russo, per costringere ‘a Somalia a versargli la quota della sua piazza di spaccio arrivò addirittura a strappargli un orecchio a morsi.

 

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