Era stata organizzata spontaneamente per questa mattina la marcia della gente perbene contro la camorra a Castellammare di Stabia, città finita al centro della cronaca negli ultimi giorni in seguito al “falò della vergogna” nel giorno dell’Immacolata. L’appuntamento era per questa mattina in piazza Saporito per dire “no” alla camorra e per mostrare che la città stabiese è anche – e soprattutto – altro. La marcia della legalità, invece, si è trasformata in un clamoroso flop. La paura di esporsi, la giornata fredda e la mattinata lavorativa hanno contribuito a portare in piazza politici e giornalisti circondati dai blindati della Polizia giunti sul posto per tutelare i manifestanti.
“Così devono morire i pentiti abbruciati”: è la scritta comparsa su uno striscione accanto a un falò – dove è stato bruciato anche un manichino -la notte dell’Immacolata in un rione di Castellammare di Stabia considerato roccaforte del clan D’Alessandro, decapitato di recente con l’arresto dei reggenti. A mezzanotte è stato dato fuoco alla catasta di legna, al fantoccio e allo striscione. Il macabro “spettacolo” è stato applaudito da una piccola folla di persone. L’episodio è avvenuto nel quartiere Aranciata Faito. In contemporanea al falò è partita una batteria di fuochi d’artificio udibili anche dai quartieri circostanti. Il macabro “spettacolo” è stato applaudito da molte persone radunate davanti alle palazzine dove si concentra il più alto numero di fiancheggiatori del clan D’Alessandro. Il rione è considerato una vera e propria centrale dello spaccio di droga e uno dei ‘santuari’ del malaffare dell’area stabiese.
