L’ultima operazione della Dda di Napoli ha portato all’arresto di 11 persone orbitanti intorno al clan Amato-Pagano. Nelle oltre 300 pagine dell’ordinanza vengono riportati dialoghi di alcuni affiliati da cui si evince un senso di isolamento e di tradimento. Arturo Vastarelli, già arrestato a dicembre 2024, rivendica di aver previsto certi comportamenti, di averli segnalati “dal primo giorno”, accusando gli altri di non ascoltarlo mai. Ne parla con Ciro Diano, figlio di Luigi Diano (attualmente detenuto) e destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare all’alba di giovedì scorso.
La conversazione scivola poi su un piano inquietante, quello del timore e della reputazione criminale. Vastarelli si dipinge come figura di primo piano, uno che “stava vicino al re di Napoli”, rivendicando una centralità che, a suo dire, nessuno poteva ignorare. Dall’altra parte, accusa chi oggi si defila di farlo per paura, di temere chiamate o coinvolgimenti in fatti di sangue, segno di un ambiente dove il confine tra fedeltà e sopravvivenza è sottilissimo.


