Sabato mattina i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna, affiancati dalla Compagnia di Nola, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Cinque persone, ritenute fortemente coinvolte in gravi attività criminali, sono finite in carcere. Le accuse sono associazione finalizzata al traffico e detenzione di droga con l’intento di spaccio. Sono finiti in manette Abramo De Vergori, Ferdinando La Gatta, Antonio Tammaro, Armando Tammaro e Vincenzo Tammaro. Al vertice però c’è l’indagato Luigi Tammaro, zio di Armando.
Il controllo delle piazze di spaccio a Casalnuovo
Le indagini della Dda, però, hanno rivelato uno scenario più complesso della semplice scoperta di un traffico di sostanze illegali. Esisteva una vera organizzazione criminale, capace di gestire e controllare con metodi violenti le principali piazze di spaccio a Casalnuovo e nelle zone limitrofe.
Il dato più inquietante emerso dalle carte riguarda il legame con il clan Tammaro. Secondo quanto ipotizzato dagli investigatori, il gruppo avrebbe beneficiato della forza intimidatrice per consolidare il proprio dominio sul territorio.
L’attività di spaccio, oltre a garantire profitti ai singoli, avrebbe contribuito a rafforzare il potere dei Tammaro, alimentandone il controllo economico e il consenso sociale nella zona. Un intreccio di interessi che unisce affari illeciti e potere mafioso, rafforzando ulteriormente l’influenza della criminalità organizzata sul territorio.