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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Duplice omicidio a Ponticelli, in aula parla Luisa a ‘Pazzignana’: «’O boss della Sanità doveva morire»

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Sono state le dichiarazioni spontanee di tre donne di camorra, in particolare della «pazzignana» Luisa De Stefano, a tenere banco oggi, nell’udienza del processo per l’omicidio del ras del Rione Sanità Raffaele Cepparulo ma soprattutto dell’innocente Ciro Colonna, entrambi assassinati a Ponticelli, quartiere alla periferia est di Napoli, il 7 giugno 2016. A rilasciare dichiarazioni spontanee sono state oggi anche altre due imputate coinvolte nel duplice assassinio, e cioè Anna De Luca Bossa e Vincenza Maione (difesa, come anche Luisa De Stefano, dall’avvocato Carmine Danna).

Le tre donne hanno tutte confermato che il ras della Sanità Cepparulo doveva morire in quanto da tempo ordinava attentati ai loro danni. La De Stefano, in particolare, ha riferito di essere stata anche costretta a chiudere un negozio a causa dei raid.

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La De Stefano, come anche gli altri sette imputati – tra cui il boss Ciro Rinaldi (arrestato di recente e collegato dal carcere in videoconferenza) e il killer Michele Minichini (che invece non era collegato e che nella scorsa udienza ha chiesto scusa alla famiglia Colonna con una lettera, ndr) – sono tutti accusati di avere avuto un ruolo in quel tragico agguato costato la vita a un giovane di appena 19 anni che stava giocando a bigliardino.

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