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sabato, Maggio 4, 2024
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«Dopo aver ucciso Rosa ho comprato cocaina per dimenticare», il racconto di D’Ambra agli inquirenti

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È un verbale di tre pagine, quello redatto nel commissariato di Bagnoli poco dopo il fermo avvenuto nell’ospedale San Paolo di Elpidio D’Ambra, il trentunenne reo confesso dell’omicidio di Rosa Alfieri, la 24enne di Grumo Nevano. «Quando verso le 17 ho visto passare Rosa dopo che aveva parcheggiato la macchina, ho sentito le voci che mi dicevano di ucciderla perché altrimenti avrebbero ammazzato me nel sonno ed allora l’ho trascinata dentro e l’ho strangolata. Preciso che non ero io, e con questo intendo dire che era come se fossi obbligato da qualcun altro a fare quello che stavo facendo».

Come riportato da Il Corriere del Mezzogiorno il racconto di quel pomeriggio del terrore prosegue:«Eravamo nel salotto — prosegue D’Ambra – lei è caduta a terra e poi, anche perché c’erano persone che bussavano alla porta, ho trascinato il corpo in bagno per non farlo vedere a chi era fuori. A quel punto ho aperto la porta, ho detto ai presenti che mi stavano disturbando e, preso dal panico, mi sono allontanato». Nel corso dell’interrogatorio, Elpidio D’Ambra, ha poi ribadito di non avere aggredito la ragazza per abusare di lei: «Conoscevo Rosa perché era la mia vicina di casa e ogni tanto mi ha aiutato a meglio comprendere dei documenti per la casa, tipo contratti delle utenze. In totale abbiamo parlato un paio di volte, ma quando passava davanti alla mia porta ci salutavamo cordialmente. Anche con i suoi familiari mi salutavo cordialmente, senza confidenza. Ho sempre pensato — precisa l’omicida — che Rosa fosse una ragazza molto carina, ma non ho mai pensato a lei in quel senso perché sapevo che era fidanzata e, per rispetto, non avrei mai fatto nulla, anche perché non mi piacerebbe che lo facessero a me».

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Poi la fuga dopo la morte della ragazza:«Mi sono recato alla stazione ferroviaria di Frattamaggiore, ho preso un treno per Napoli e una volta arrivato alla stazione Garibaldi ho preso un taxi. Appena arrivato alla stazione a Napoli ho buttato la batteria del telefono. Al tassista ho chiesto di fermarsi davanti a un negozio dove ho comprato scarpe, pantaloni e un giubbino, ma sotto indosso ancora la felpa rossa che indossavo ieri. A quel punto ho chiesto al tassista di portarmi al Rione Traiano, dove avrei potuto comprare della droga per dimenticare quello che era successo. Infatti ho comprato tre grammi di cocaina e ne ho fatto uso. Stanotte non ho dormito e ho continuato a camminare e mi sono disfatto anche del telefono perché avevo paura di essere rintracciato».

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