La sigaretta elettronica è esplosa mentre una 20enne stava fumando. Il pauroso episodio le ha provocato una grave ferita alla bocca. Protagonista della disavventura una giovane che è stata soccorsa e trasportata con un’ambulanza del 118 in ospedale a Palermo. La turista era in vacanza in città e, proprio, mentre era seduta insieme al fidanzato nella centrale Piazza Olivella è avvenuto l’incidente. A lanciare l’allarme sono stati i titolari di un vicino ristorante. L’esplosione sarebbe stata causata da un cortocircuito della batteria.
I consigli dell’ISS
Le sigarette elettroniche, conosciute anche come Electronic Nicotine Delivery Systems (ENDS), sono dispositivi di svariate forme costituiti essenzialmente da una batteria, un serbatoio contenente un liquido (definiti “prodotti liquidi da inalazione”) e un atomizzatore dotato di una resistenza in grado di riscaldare e trasformare in aerosol il liquido contenuto nel serbatoio. L’aerosol così prodotto simula il fumo di sigaretta tradizionale e può essere inalato.
L’attuale sigaretta elettronica deriva da un prototipo ideato nel 2003 a Hong Kong dal farmacista cinese Hon Lik come strumento per risolvere il problema della dipendenza da tabacco e dei conseguenti danni per la salute. I dispositivi, pur consentendo al fumatore di mantenere la gestualità cui è abituato con la sigaretta, non causano la produzione di sostanze chimiche tossiche dovute alla combustione del tabacco. Oggi sul mercato sono presenti diverse varianti del dispositivo. In quelli di ultima generazione è possibile aumentare il voltaggio e, quindi, la potenza, consentendo una aerosolizzazione a più alte temperature e, di conseguenza, una maggiore quantità di particolato presente grazie alla capacità dell’aria più calda di trattenere più particelle.
Il liquido vaporizzato, cosa c’è dentro
Il liquido che viene vaporizzato dalla sigaretta elettronica è composto da una miscela di acqua, glicol propilenico, glicerina vegetale, percentuali variabili di nicotina e diversi aromi. Il forte aumento dell’utilizzo della sigaretta elettronica, avvenuto negli anni passati, ha dato impulso a numerosi studi e ricerche per valutare, sulla base delle evidenze scientifiche, la loro sicurezza ed efficacia per la lotta al tabagismo. Le attuali conoscenze sembrerebbero porre più dubbi che certezze. L’efficacia delle sigarette elettroniche nella disassuefazione dal fumo di tabacco, a oggi, non è supportata da sufficienti evidenze scientifiche. Inoltre, le conoscenze attuali sembrerebbero insufficienti per determinare se gli effetti nocivi della sigaretta elettronica sull’apparato respiratorio siano inferiori a quelli causati dalla sigaretta tradizionale.
La Direttiva 2014/40/UE, recepita in Italia dal D.lgs. n.6 del 12 gennaio 2016, fissa le norme relative alla lavorazione, presentazione e vendita dei prodotti del tabacco e dei prodotti correlati, comprese le sigarette elettroniche.
In particolare, tale Direttiva fissa una serie di requisiti di sicurezza e di qualità per le sigarette elettroniche e per i liquidi di ricarica contenenti nicotina e definisce alcune regole di imballaggio ed etichettatura allo scopo di fornire una maggiore informazione al consumatore.
La descrizione dettagliata
I liquidi per la sigaretta elettronica, così come tutti i prodotti del tabacco di nuova generazione venduti in Italia, devono essere notificati al Ministero della Salute e al Ministero dell’Economia e delle Finanze sei mesi prima dell’immissione in commercio. Tale notifica deve essere corredata da una descrizione dettagliata del prodotto e dalle informazioni per il suo utilizzo.
A tutela della propria salute, il consumatore dovrebbe verificare sempre l’etichetta relativa ai liquidi di ricarica, seguire con attenzione le istruzioni d’uso dei liquidi e dei dispositivi, diffidare di prodotti particolarmente economici, ed evitare di approvvigionarsi di sigarette elettroniche e liquidi attraverso canali alternativi a quelli autorizzati

