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Estorsione a Chiaiano, tra gli arrestati anche il figlio dell’ex boss dei Lo Russo ucciso in un agguato

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Una trappola vera e propria. Messa in campo dall’antiracket con l’ausilio dei carabinieri. Sono così finiti in manette Gennaro Angellotti, classe 2004 e figlio dell’ex boss dei Lo Russo Pasquale Angellotti, ucciso in un agguato qualche anno fa, e Michelangelo Di Carluccio. I fatti sono avvenuti a Chiaiano dove un imprenditore, accompagnato dal presidente del circolo antiracket di Chaiano Raffaele Vitale, entra nella caserma dei carabinieri della compagnia del Vomero.

L’uomo, dopo insistenti domande si lascia andare e racconta le pressanti richieste estorsive ricevute nell’ultimo mese nel suo esercizio commerciale. L’ultimo episodio vede tra poche ore un nuovo incontro.
I carabinieri del nucleo operativo organizzano un servizio ad hoc e, vestiti da operai o nascosti tra gli scaffali, attendono. Arrivano cosi persone, il 21enne e il 28enne.
“4mila subito e 2mila ogni dieci del mese”: è questa la frase che permette ai carabinieri di intervenire e bloccare i due che vengono arrestati con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Verranno sequestrate anche l’auto dei 2 – una Mercedes classe B – e una mazza da baseball rivenuta al suo interno.

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Gli arrestati sono stati trasferiti nel carcere di Secondigliano. Angellotti junior è figlio di Pasquale detto Lino o cecat ucciso in via Liguria a Miano nel 2023. Un delitto che, secondo le prime indiscrezioni filtrate in ambienti investigativi, porterebbe dritto ai reduci del gruppo di ‘Abbasc Miano’. Lo spiegherebbe il luogo in cui maturò l’omicidio nel ‘cuore’ della zona di competenza del gruppo guidato dal triumvirato Balzano-Scarpellini-D’Errico. Lo spiegherebbe il fatto che Angellotti, secondo diverse informative, stava cercando di riorganizzare il suo ex gruppo entrando in contrasto con alcuni personaggi del fronte opposto

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