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venerdì, Aprile 26, 2024
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Fatture false per 44 milioni di euro, scoperta un’azienda anche a Napoli: 39 denunciati

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La Compagnia della Guardia di Finanza di Gorizia, a seguito di indagini di polizia
giudiziaria, ha scoperto una rilevante frode fiscale messa in atto da 39 soggetti,
domiciliati tra le province di Brescia, Bergamo, Roma, Milano, Monza Brianza, Verona,
Padova, denunciati a vario titolo per emissione di fatture per operazioni inesistenti,
dichiarazione fraudolenta, occultamento di scritture contabili, omesso versamento di
I.V.A. e riciclaggio.

Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia, hanno
avuto inizio nel marzo 2015, a seguito del fermo, avvenuto a Gorizia, presso il valico di
confine “San Pietro”, di tre soggetti provenienti dalla Slovacchia, i quali, dopo aver
riferito ai finanzieri di detenere solo poche decine di euro, sono stati “sorpresi” con al
seguito denaro contante per 271.830 euro, composto prevalentemente da banconote
da 500 euro nascoste sotto il sedile del conducente, senza la prescritta dichiarazione
valutaria, come noto obbligatoria nel caso in cui si importi una somma pari o superiore a
10.000 euro.

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Le successive attività investigative, condotte tra l’altro mediante l’esecuzione di 46
decreti di perquisizione domiciliare e locale con l’impiego di 120 militari, accertamenti
bancari su 82 conti correnti italiani ed esteri, l’approfondimento di 24 segnalazioni di
operazioni sospette, l’accesso a 6 cassette di sicurezza, hanno permesso di accertare
l’emissione di fatture false per € 44.591.840,80 da parte di nove società estere, di cui
una con sede in Ungheria e otto in Slovacchia, in particolare nel centro storico di
Bratislava denominato “STARE MESTO” (da qui il nome dell’indagine).
Le fatture, al fine di frodare il fisco e pagare ingiustamente meno imposte, sono state
contabilizzate come fittizi costi d’esercizio negli anni 2012, 2013, 2014 e 2015, da parte
di 25 imprese attive nel settore della compravendita dei metalli ferrosi, con sedi
operative nelle province di Brescia, Bergamo, Verona, Roma, Livorno, Padova, Napoli,
Monza Brianza.

Alcuni dei denunciati, quasi tutti di nazionalità italiana ed in alcuni casi già gravati da
specifici precedenti penali e di polizia, sono risultati amministratori o soci delle imprese
estere, mere “cartiere”, utilizzate per emettere le fatture inesistenti, predisporre falsi
documenti di trasporto e ordini di acquisto, nonché aprire conti correnti presso istituti di
credito con sede in Slovacchia e Ungheria, dove accreditare il denaro relativo agli
acquisti inesistenti di materiali ferrosi da parte delle società italiane.

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