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Furto notturno alla farmacia del Policlinico di Napoli, rubati farmaci salvavita per 1,4 milioni

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Nei giorni scorsi c’è stato un grosso furto di medicinali nella farmacia dell’Azienda ospedaliera universitaria “Federico II” di Napoli. Stando a quanto riportato dal Corriere, i ladri hanno puntato direttamente alle celle frigorifere e agli scaffali, prelevando grosse quantità di medicinali ematologici, biologici, di quelli che si usano per la cura della sclerosi multipla e di malattie rare. I banditi hanno agito nel finesettimana, sicuri del fatto che non sarebbero stati disturbati. Non solo. I carabinieri hanno verificato che non ci sarebbero segni di effrazione. Un dettaglio inquietante che potrebbe fare pensare addirittura alla presenza di un basista. Si tratta di farmaci costosissimi e salva-vita, del valore complessivo di oltre un milione e 400mila euro.

La direttrice della struttura esclude che quei medicinali contenessero principi attivi stupefacenti o Fentanyl, la cosiddetta “droga degli zombie”. I carabinieri hanno acquisito le immagini di videosorveglianza per tentare di dare quanto prima un’identità ai malviventi. Non è da escludere che i farmaci rubati siano finiti sul mercato nero. Ma non solo.

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“Secondo quanto ricostruito in un dossier dell’Aifa – si legge sul Corriere -, l’Agenzia italiana del farmaco, che ha analizzato i casi di furti del genere, i medicinali vengono sovente rubati su commissione, poi reintrodotti nel mercato legale attraverso false fatture emesse da operatori privi di autorizzazione per la commercializzazione di farmaci — con sedi fittizie in diversi stati europei —, per essere poi rivenduti a grossisti italiani in possesso di regolare autorizzazione alla commercializzazione ed esportati verso altri paesi europei, soprattutto in Germania.

Ma perché proprio sul mercato tedesco? Alla base dello schema ci sono soprattutto gli elementi di differenza tra il mercato tedesco e quello degli altri Stati membri, ovvero: i prezzi più alti in Germania rispetto ai paesi mediterranei, la normativa tedesca che incentiva il commercio parallelo, le procedure di monitoraggio e controllo delle transazioni sui mercati alternativi. Un mix che consegna un margine consistente a chi procura un farmaco a costo zero, falsificandone la provenienza. Un’inchiesta in passato svelò il sistema. I farmaci — la cui origine veniva di fatto falsificata — venivano venduti a grossisti italiani (legali) che, a loro volta, li esportavano all’estero, principalmente in Germania, sia direttamente che tramite altri paesi come il Regno Unito, la Spagna o i Paesi Bassi. Il prezzo dei farmaci innovativi, di solito somministrati in ambito ospedaliero, supera di gran lunga quello dei prodotti che si trovavano nelle farmacie degli ospedali fino a qualche anno fa. Un business milionario”.

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