L’ascesa del gruppo Gallo a Caivano è stata conseguenza della decapitazione del clan Sautto-Ciccarelli operante nel Parco Verde. Infatti, all’esito dei numerosi arresti di elementi apicali tra cui il capo clan Nicola Sautto ed i suoi principali fiancheggiatori, Massimo Gallo, spinto da Vincenzo Di Paola, decise di imporsi quale fornitore egemone di droga per tutte le “piazze di spaccio” di Caivano. Ciò è quanto emerge non solo dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, ma anche dalle intercettazioni. Particolarmente significativa è la conversazione intercorsa tra Gallo Massimo, Di Paola Vincenzo e Guerra Antonio registrata in data 4.12.2019.
L’evento culmine che aveva indotto una reazione di Gallo era stato il comportamento di Sautto Gennaro Antonio (fratello del ras SAUTTO Nicola) che, mediante SPATUZZI Salvatore (detto “Savio”), aveva obbligato DI MICCO Antonio (alias “Tonino Psecca”) a chiudere la sua “piazza di spaccio”. Infatti, nonostante gli arresti subiti, SAUTTO Gennaro Antonio, dimorante da anni a Scampia, sottrattosi alla cattura rendendosi irreperibile, pretendeva che le piazze di spaccio continuassero a versare nelle casse del suo clan le somme dovute per svolgere la loro attività. Di conseguenza, come atto dimostrativo, era stato inviato SPATUZZI Salvatore (detto “Savio”) a chiudere la piazza di spaccio, gestita da DI MICCO Antonio (alias “Tonino Psecca”) che era una di quelle obbligate a pagare (GALLO Massimo: “adesso anche se Tonino Psecca ha sempre fatto mangiare a loro”).
GALLO non sopportava che nel Parco Verde continuassero a comandare persone di Napoli, riferendosi chiaramente a SAUTTO Gennaro Antonio, pertanto era pronto a fronteggiarle anche mediante atti di forza, fino a giungere all’uso delle armi. Quindi, per lanciare un chiaro segnale del proprio nuovo ruolo apicale, aveva bloccato l’attività di tutte le piazze di spaccio e aveva detto a DI MICCO che da quel momento in avanti avrebbe “lavorato” con il suo benestare per cui si sarebbe dovuto rifornire da lui. In sostanza GALLO aveva ammonito i capi delle numerose piazze di spaccio, che da quel momento avrebbero avuto la sua protezione e quindi si sarebbero dovute approvvigionare dal gruppo che dirigeva.
Le intercettazioni di Massimo Gallo
“Io sono di Coivano e non posso permettere a quelli là di Secondigliano, mi vengono a dire tu devi chiudere la “adesso anche se Tonino Psecca ha sempre fatto mangiare a loro, io sono sceso. Tonino da oggi in avanti, stai faticando in mano ai compagni di Caivano, se viene Savio, non ti prendere più niente… e mi sono fatto tutte le piazze…” … “e vengono tutti quanti, con le pistole in mano, veniamo pure noi tutti quanti con le pistole in mano”… GALLO Massimo: “io me la sto portando a seguito … Enzo io non è che, ho preso il Kalascio, per conservarlo nell’armadio, io li tengo, io li tengo, dei miei … se servono, sei, sette kalascio …ine… questo e poco ma è sicuro … se bisogna uscire all’improvviso, se si deve uscire veloce! veloce! piglia i Kalascio, prendi e usciamo … capisci?” … “la droga non P avevo passato fino adesso, nel Parco Verde non sono andato … quando ieri hanno fatto quella cosa ieri ad Antonio, mi è scattato quell’ingrippo, io devo avere paura della gente di Secondigliano? io abito a Caivano … ma cosa stai dicendo!?” … “scendiamo tutti quanti da oggi in avanti … e siamo scesi … domani passano qua fuori, mi guardano storto o buttano una botta qui dentro o buttano una botta addosso a qualche compagno mio, vado nel Parco Verde e mi prendo il Parco Verde! e non li faccio mangiare più, neanche nel Parco Verde! dopo mi piglio Caivano, Parco Verde e tutto il resto! …ine… perché sono loro che stanno sfidando a me, no perché io ho fatto il gallo sull’immondizia, capisci Antò? … questa è la storia.
Dunque da quel momento, nel territorio caivanese, ogni piazza di spaccio avrebbe dovuto avere la sua approvazione; a lui si sarebbero dovuti rivolgere i capi piazza per risolvere eventuali conflitti o anche solo per avere l’autorizzazione ad agire nei confronti dei rivali. Quindi GALLO Massimo e DI PAOLA Vincenzo stabilivano che i sodali si adoperassero per individuare tutti i personaggi che effettuavano il commercio di droga, alcuni dei quali erano già stati diffidati, al fine di bloccarne l’attività per obbligarli a rifornirsi da loro (DI PAOLA Vincenzo: “O’ Pugnò! Si devono mettere le orecchie a terra a tutti questi qua che stanno per sotto”; PAGNANO Fabio: “ieri mi sono venuti in mente altri due di loro”; DI PAOLA Vincenzo: “si devono bloccare a tutti quanti” … “si devono bloccare! Va bene, ma noi quella sera, abbiamo fatto il giro, così, quelli più necessari… quello dietro da me, ha detto che lo forniva … “; PAGNANO Fabio: “Liborio, quella della Via dei Settembrini…”; RUSSO Salvatore: “poi ci sta pure Donato”; PAGNANO Fabio: “…ine… da Liborio e Donato … ma che lo piglia a fare questo mezzo”).