Il mondo del ciclismo piange Crescenzo D’Amore, ex professionista campione del mondo tra gli juniores, trovato morto all’interno della sua auto. Aveva 45 anni. La dinamica non è chiara: potrebbe essersi trattato di un malore alla guida. D’Amore, napoletano, era stato professionista tra il 2000 e il 2007 e poi di nuovo nel 2011, correndo tra le altre con Mapei, Acqua & Sapone e Androni Giocattoli.
Nel 1997 era arrivato il titolo mondiale juniores a San Sebastian, mentre l’anno precedente aveva conquistato l’argento nel chilometro a cronometro ai campionati del mondo su pista. D’Amore ha partecipato due volte al Giro d’Italia, nel 2003 e nel 2004, e nel 2004 ha vinto una tappa alla Settimana Coppi e Bartali. Nel 2017 gli era stato diagnosticato un linfoma, per il quale aveva dovuto sottoporsi ad anni di cure.
Il mondo dello sport piange Crescenzo D’Amore
Si terranno oggi, lunedì 2 dicembre, alle 12.30 i funerali di Crescenzo D’Amore, ex campione del mondo juniores di ciclismo morto a 45 anni in un incidente stradale a Pomigliano d’Arco. La cerimonia funebre si terrà nella chiesa di San Sebastiano Martire a Brusciano, cittadina in provincia di Napoli della quale Kresh era originario.
Anche il sindaco di Brusciano, Giacomo Romano, ha ricordato D’Amore con affetto. «È venuta a mancare all’affetto dei suoi cari e di tutti coloro che lo hanno conosciuto la straordinaria esistenza del Campione del Mondo Crescenzo D’Amore. Per me un amico d’infanzia e di adolescenza, un ragazzo eccezionale maturato in fretta, perché doveva correre e vincere. Ricordo con affetto e commozione la prima delle sue tantissime vittorie! Una corsa in uno dei paesi dell’hinterland napoletano, si era piazzato bene all’esordio ma non aveva vinto, non gli bastava! Allora la “scommessa” con il padre e con se stesso: “Se vinco mi compri il SI”. Vinse quella corsa, ero lì con lui ad assistere e gioire! Fu la prima di una carriera fatta a mille e che ha donato a tutti noi una dose enorme di orgoglio! Crescenzo se n’è andato correndo a mille allora e neanche la malattia che ha combattuto con forza e tenacia l’ha abbattuto! È andato via nel vento… correndo come solo lui poteva e sapeva fare».