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venerdì, Maggio 17, 2024
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Innocente ucciso dai killer del clan di Ponticelli, la famiglia si costituisce parte civile

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Si costituirà parte civile la famiglia di Antimo Imperatore, il 55enne ucciso per errore nell’agguato di camorra verificatosi nel rione Fiat di Ponticelli lo scorso 20 luglio 2022. La novità è stata resa nota l’avvocato Alessandro Motta, legale di Annunziata Lepre e di Imma Imperatore, rispettivamente moglie e figlia della vittima. L’altra figlia di Antimo Imperatore, Filomena, è difesa dall’avvocato Concetta Chiricone.

“Hanno ammazzato un innocente, sono bestie“

Questo l’urlo dei familiari di Antimo Imperatore che stava effettuando dei lavori di ristrutturazione nell’abitazione dove da poche settimane era andato a vivere Carlo Esposito, 29 anni, ucciso anche lui dai killer in un agguato che gli investigatori fanno rientrare nello scontro in corso da anni tra i clan De Micco-De Martino, cui Esposito era legato, e i De Luca Bossa-Minichini-Schisa.

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“Mio marito era lì per riparare una zanzariera, era il suo lavoro. Non c’entra niente con la camorra”. A parlare fu la signora Nunzia, moglie di Antimo Imperatore. Antimo, detto Robin Hood, padre di due figlie femmine, era un onesto lavoratore. Come tutte le mattine era andato a lavorare, mai aveva pensato che avrebbe trovato la morte. “Quando mi hanno chiamato per dirmi quello che era successo ho pensato ad uno scherzo – racconta la moglie Nunzia tra le lacrime. “Chiedete in giro chi è la famiglia Imperatore. Non c’entra niente con la camorra”, ribadisce la cugina.  Il cadavere di Antimo è stato ritrovato sull’uscio della porta. Nel quartiere era conosciuto per la sua disponibilità. Effettuava ogni giorno piccoli lavori di ristrutturazione nelle abitazioni.

Poche ore dopo l’omicidio, il 37enne Antonio Pipolo, ritenuto contiguo al clan camorristico De Martino-De Micco, si presentò iin Procura attribuendosi la responsabilità del duplice omicidio ed è stato a lungo ascoltato dagli investigatori, fino all’esecuzione del fermo in tarda serata.

Anche una delle due vittime, Esposito, è ritenuto dagli inquirenti un esponente di spicco del clan De Martino-De Micco. Imperatore era invece ritenuta estranea a dinamiche criminali e probabilmente si trovava nell’abitazione dove è avvenuto l’agguato per svolgere piccoli lavori di manutenzione.

 

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