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sabato, Giugno 28, 2025
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Intervista esclusiva a Valerio Bertotto: “Sono figlio della gavetta, spetta a noi alimentare la passione dei tifosi”

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Un leader silenzioso ma decisionista, carismatico ma anche empatico con i giocatori e lo staff. È questa, in sintesi, la descrizione di Valerio Bertotto, allenatore del Giugliano. In quest’intervista esclusiva conosceremo la figura del mister a 360 gradi, dal lato professionale a quello umano. Nato a Torino il 15 gennaio del 1973, Bertotto ha trascorso gran parte della sua vita calcistica a Udine, dove è rimasto per 13 anni, anche come capitano nel periodo più bello ella storia del club. Difensore centrale, ma talvolta impiegato anche da terzino, ha giocato nelle più importanti competizioni europee. Al suo attivo vanta anche 4 presenze nella Nazionale italiana. Dopo aver terminato la carriera da calciatore, ha conseguito il titolo di allenatore di Prima Categoria “UEFA Pro” nel 2012. Inizia il suo percorso da allenatore sulla panchina della Rappresentativa Regionale Friuli Venezia Giulia categoria Giovanissimi. Poi dal 2021 al 2015 guida la nazionale Under 20 di Lega Pro. La sua prima esperienza su una panchina di un club è nel 2016 alla guida della Pistoiese, poi le esperienze a Messina, Bassano Virtus, Viterbese ed infine l’Ascoli in serie B. Il 4 ottobre 2023 è stato scelto come nuovo allenatore del Giugliano al posto dell’esonerato Raffaele Di Napoli. Alla sua prima stagione alla guida dei tigrotti ha centrato un risultato storico raggiungendo la qualificazione ai playoff per la promozione in Serie B.

Mister questo è senz’altro uno dei momenti migliori da quando lei è alla guida del Giugliano, con la squadra proiettata verso i piani alti della classifica. Come lo sta vivendo?

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Questi risultati non si raggiungono dal giorno alla notte ma sono frutto di tanto lavoro e sacrificio. Per far sì che le tue idee vengano rispettate è necessario avere giocatori bravi a disposizione, uno staff capace ed una società solida con cui condividere le idee e che ti permette di poter lavorare in modo tranquillo. Quello che stiamo facendo è figlio di tutte queste cose. Lei ha parlato di team.

Qual è il suo rapporto con il presidente? Ha trovato una società strutturata quando è arrivato qui a Giugliano?

Il rapporto col presidente Mazzamauro è ottimo. L’ho ringraziato pubblicamente al mio arrivo così come ho ringraziato l’ex Ds Antonio Amodio, che mi ha fortemente voluto. Ho trovato una società con delle normali carenze legate a una strutturazione naturale delle cose, una squadra con voglia di crescere, migliorarsi e fare in modo che il nostro lavoro potesse generare qualcosa di buono. È stato sorpreso da qualcosa in particolare? In negativo no, in positivo ho trovato una grande disponibilità da parte dei ragazzi nel comprendere che ciò che stavano vivendo, quando sono arrivato a Giugliano, non era lo specchio reale delle proprie potenzialità. Si sono calati al 100% in una nuova realtà, con un nuovo allenatore con idee diverse.

Qual è il suo rapporto con i tifosi?

C’è stato fin da subito un grande feeling. In Campania già c’ero stato, da giovane ho fatto il militare qui nella Compagnia Atleti, poi nell’arco della carriera ho giocato diverse volte contro il Napoli. Ma viverci nel mio ruolo da allenatore, in un contesto in cui la passione regna sovrana, è sicuramente una cosa che mi arricchisce e che mi fa molto piacere, sono felice della scelta che ho fatto.

Purtroppo il De Cristofaro non è sempre pieno, si aspetta una maggiore presenza dei tifosi allo stadio?

Noi siamo qui affinché la passione per questa società e per questa maglia continuino ad essere sempre più forti. Ci sono tante persone che vogliono bene al Giugliano e tutte quelle che vengono allo stadio sono figlie di questa passione e di questo attaccamento ai colori. Poi starà alla nostra bravura aprirci ulteriormente nei confronti della comunità, delle scuole, dei bambini, creando quindi nuovi tifosi.

Passando invece ad una figura di mister Bertotto ‘extra campo’, ha avuto modo in questo primo anno di conoscere o frequentare in maniera profonda la città di Giugliano?

Profonda non tantissimo, perché le mie giornate iniziano prestissimo e finiscono tardissimo qui. Tendenzialmente lavoro 10-12 ore sul campo perché ritengo che per fare il mio lavoro debba essere il più pronto e il più performante possibile. Quando sono riuscito a ritagliarmi degli spazi ho visto la città, negli attimi di tempo mi piace andare a bere un aperitivo in centro, giocare a padel che è uno sport che mi piace particolarmente. Lo pratico già da diversi anni e ho già incrociato la racchetta con diversi atleti napoletani e giuglianesi.

C’è qualche altro sport che segue interesse?

Mi piace molto il tennis, è un’altra mia grande passione, ed anche la Formula Uno. Ma in generale sono uno sportivo a 360 gradi. Quando giocavo a Siena e a Udine andavo spesso a seguire le partite delle squadre di basket.

E tra le pietanze preferite che ha avuto modo di assaggiare qui?

Si fa veramente fatica a rinunciare a qualcosa, bisogna stare molto attenti. Ci sono tante prelibatezze che fanno gola, è una cucina molto ricca ed anche un po’ pesante, il che va un po’ in contrasto col mio stile di vita. Ma mi piace apprezzare le qualità culinarie delle varie regioni e devo dire che faccio fatica a privarmi delle bontà della cucina giuglianese.

Mister nel corso della sua lunga carriera ha collezionato anche 4 presenze in Nazionale maggiore. C’è qualche collega con cui ha modo di sentirsi ancora oggi?

Assolutamente sì. Ho avuto il piacere, la fortuna e credo anche la bravura di aver fatto una carriera importante, giocando anche in Champions League. Questo è ciò che volevo fare da bambino, sono riuscito concretizzare il mio sogno che poi si è tramutato in un “Valerio 2.0” nel momento in cui l’età per poter giocare non lo permetteva più. Ho dato continuità alla mia carriera perché la mia passione per il calcio è tanta e non mi sarei visto in nessun altro modo, quindi da allenatore ho continuato nel mio desiderio di restare in questo bellissimo mondo.

Oggi molte squadre, anche di serie A e B, si affidano ad allenatori con poca o nessuna esperienza, mentre lei invece sta facendo una gavetta importante. Cosa ne pensa?

Lo chiede a me che di gavetta ne potrei anche regalare un po’ visto che sono partito con la Rappresentativa Nazionale Giovanissimi del Friuli che è stata la mia primissima esperienza, per poi passare tre anni con le nazionali di Lega Pro, passando poi in Lega Pro e arrivando in Serie B, per poi tornare in Lega Pro. Credo che ognuno di noi abbia un proprio destino tracciato, solo grazie alla caparbietà nel cercare di arrivare a ciò che uno ritiene di meritarsi alla fine si raggiunge l’obiettivo. Poi ognuno ha la propria storia, c’è chi intraprende un percorso ed arriva immediatamente per poi sparire, così come c’è chi fa più fatica all’inizio per poi consolidarsi strada facendo. Io credo di essere parte integrante del secondo gruppo.

Una domanda sul Napoli, come giudica la scelta di prendere Antonio Conte come allenatore?

Antonio è un grandissimo professionista. Ci ho giocato contro tanti anni, siamo stati avversari per tante partite specie quando lui era alla Juve. Ho avuto modo e il piacere di averlo come collega nelle nazionali quando lui era CT della Nazionale maggiore, facevamo delle riunioni in cui si sviluppavano delle relazioni tra i vari tecnici federali e devo dire che Antonio si è rivelato sempre molto cordiale, c’è sempre stato uno scambio e un paio di volte è anche venuto a vedere i nostri allenamenti a Coverciano. È un professionista molto attento, meticoloso e quello che ha ottenuto e che sta ottenendo è figlio di questa sua grande capacità di entrare nella testa dei giocatori e nel sistema delle sue squadre Ultima domanda.

Mister si sente di fare una promessa ai tifosi giuglianesi?

L’unica promessa che mi sento di fare è quello che ci impegneremo al massimo, sempre, per raggiungere il massimo degli obiettivi.

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Nicola Avolio
Nicola Avolio
Giornalista pubblicista, mi sono avvicinato per la prima volta alla professione iniziando a collaborare con la testata "La Bussola TV", dal 2019 al 2021. Iscritto all'albo dei pubblicisti da giugno 2022, ho in seguito iniziato la mia collaborazione presso la testata "InterNapoli.it", e per la quale scrivo tuttora. Scrivo anche per il quotidiano locale "AbbiAbbè" e mi occupo prevalentemente di cronaca, cronaca locale e sport.
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