Al secondo giorno di ricerche nel giardino di Vasile Frumuzache sono state trovate una vertebra e un paio di slip da donna mentre ieri erano stati rinvenuti dei capelli. Ora gli inquirenti inizieranno a scavare anche alla collina delle Panteraie, il terreno a Monsummano dove sono stati trovati corpi delle 2 donne uccise.
Secondo il Corriere della Sera, ieri sono entrati in azione i cani molecolari e le ruspe intorno alla casa del killer di Denisa e Ana che ha confessato. Non più solo dentro l’abitazione e nel capanno dove per mesi Frumuzache aveva nascosto il corpo della prima vittima, Ana Maria Andrei.
Gli investigatori restano in attesa dei riscontri sui ritrovamenti. I capelli e tracce che potrebbero essere ematiche, per capire se oltre a Denisa Maria Adas e Ana possano esserci i corpi di altre vittime.
Femminicidio di Denisa, il sospetto sul killer: “Non era solo”
Vasile Frumuzache potrebbe avere uno o più complici. Nel mirino degli inquirenti ci sono ora i tre cellulari nascosti in casa e un quarto apparecchio rinvenuto sotto il sedile dell’auto della guardia giurata che ha confessato di aver ucciso Denisa Maria Adas, 30 anni, e Ana Maria Andrei, 27, trovate senza vita a Montecatini Terme.
Ipotesi sul complice del killer di Denisa
L’ipotesi del complice dunque si rafforzerebbe, secondo quanto scrive La Repubblica, che sottolinea il passaggio in cui, nel testo della misura cautelare disposta dal gip, si valuta come “comprensibile il sospetto della Procura” che Frumuzache non abbia fatto tutto da solo.
Su questo fronte, un italiano residente nel Pistoiese sarebbe stato ripreso dalle telecamere del residence da cui Denisa è scomparsa il 15 maggio, proprio nei minuti precedenti al delitto e mentre Frumuzache era già nell’edificio. Quell’uomo viene visto mentre si allontana scuotendo la testa. E’ scattata una perquisizione e si starebbe lavorando sugli elementi trovati.
L’inchiesta si orienta comunque sulla pista dei delitti seriali. Infatti ci sono infatti forti analogie tra i due omicidi e anche alcuni elementi rituali, come l’uso apparentemente anomalo degli stessi cellulari: durante l’omicidio di Denisa, il killer ha utilizzato la sim di Ana Maria per chiamare la sua utenza e agli inquirenti ha detto: “Non so perché l’ho fatto”.