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sabato, Maggio 4, 2024
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La vita di Pupetta Maresca diventa un romanzo, una carriera iniziata con la vendetta

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Esce in libreria per Gremese Editore il romanzo ispirato alla figura di Pupetta Maresca che ne ripercorre la vita, dall’adolescenza fino alla scarcerazione nel 1965. Autore è Philippe Vilain, rinomato scrittore francese e direttore della collana “Narratori francesi contemporanei” di cui quest’opera, dal semplice titolo Pupetta, fa parte.

Residente e innamorato di Napoli e della cultura partenopea da anni, Vilain – dopo le recenti pubblicazioni Napoli mille colori e Un mattino d’inverno – dedica il suo ultimo libro ad Assunta Maresca, un personaggio balzato alle cronache nazionali per una vicenda che è un perfetto mélange di amore, onore e vendetta passionale.

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LA STORIA DI PUPETTA MARESCA

Assunta Maresca cresce nella Napoli degli anni Cinquanta, in un quartiere dove la violenza era all’ordine del giorno: Materdei. Giovane, bella, ambiziosa e con il desiderio di diventare un’attrice, nel 1954 incontra Pasquale – “Pascalone ‘e Nola” per i colleghi camorristi – e se ne innamora convolando a nozze.

Appena ottanta giorni dopo il matrimonio, Pasquale viene assassinato da un clan rivale e Pupetta, che nel frattempo ha saputo di essere incinta, rimane improvvisamente vedova prendendo però una drastica decisione: vendicare se stessa e il marito. Ha così inizio la carriera di “Madame Camorra” che, con lucidità e acume, Vilain indaga e descrive ricostruendone la natura e restituendone quella determinazione e sete di rivalsa che l’hanno resa celebre in tutti i rotocalchi, e che ha dato spunto anche alla realizzazione di film e serie tv.

LA MORTE DI MADAME CAMORRA

Nel dicembre del 2021 Pupetta Maresca, la prima ‘camorrista’, morì a 86 anni nella sua casa di Castellammare di Stabia. Quando aveva 20 anni, uccise il mandante dell’omicidio del marito, Pascalone ‘e Nola. Su di lei fu anche girata una fiction. Era comparsa in un processo l’ultima volta quando tra le prove fu portata una lettera a un imprenditore nella quale chiedeva un posto per il figlio e spiegava di essere stata rovinata dai pentiti.

”Ma il carcere che mi ha fatto veramente male è stato quando sono stata arrestata la seconda volta, per avere parlato di Cutolo che a quei tempi uccideva tutti i giorni – ricordava in quell’occasione – io urlavo nel carcere, per l’ingiustizia che avevo subito, quattro anni per aver detto che Cutolo era sostenuto dalla politica. E’ vero, l’ho minacciato di morte. Lui minacciava i miei fratelli e io avevo davanti agli occhi mio padre che piangeva. Crede che la camorra avrebbe mandato una donna a fare minacce in pubblico? Il mio è stato un impeto di rabbia, che ho pagato amaramente. Desidero ancora una carezza da mia madre, una carezza che – disse in un’intervista- non ho mai avuto”.

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