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venerdì, Marzo 29, 2024
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Marano senz’acqua per 48 ore. Disagi causati dal furto all’impianto di sollevamento idrico

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Ancora una volta il Comune di Marano si riconosce per i suoi disservizi. Sta mattina è giunta tramite canali istituzionali la notizia che il Comune ha dovuto sospendere il servizio di erogazione dell’acqua fino a data da destinarsi.

Marano di nuovo senz’acqua

Oggi, a partire dall’ora di pranzo, le località di via San Rocco, via Adda e limitrofe si sono ritrovate improvvisamente senz’acqua. La popolazione ha inizialmente attribuito la mancanza d’acqua ad un ennesimo disservizio, al solito guasto. Tuttavia, dopo i primi accertamenti, il Comune ha diffuso una circolare in cui comunicava la natura dolosa dell’accaduto.

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L’impianto fuori uso a causa di “atti dolosi”

Le istituzioni informano :”Si comunica alla cittadinanza che a seguito di atti dolosi, posti in essere da soggetti al momento non identificati presso l’impianto di sollevamento idrico, il servizio risulterà interrotto“. A quanto pare, nel corso della notte, soggetti non identificati avrebbero manomesso l’impianto di sollevamento idrico C2. Canali non ufficiali parlano di un furto di cavi in rame e di una pompa. Tutto materiale strettamente necessario al funzionamento dell’impianto di erogazione dell’acqua. In più, i delinquenti avrebbero anche manomesso l’impianto elettrico.

A Marano mancherà l’acqua per 48 ore

Attualmente non si hanno notizie certe sulla ripresa del servizio. La circolare del comune si limita ad informare che “il servizio […] risulterà interrotto per il tempo strettamente necessario agli interventi di rifunzionalizzazione“. Anche se fonti attendibili dicono che il disservizio verrà prolungato per almeno 48 ore.

Una problematica frequente

Una problematica, quella dell’interruzione del servizio d’erogazione dell’acqua, che si ripete fin troppo spesso nella zona di Marano. Nemmeno un mese fa circa 40 famiglie erano rimaste senz’acqua per giorni, vivendo un grandissimo disagio. L’area interessata, infatti, oltre ad essere abitata da diverse famiglie con bimbi piccolissimi, ospitava anche diversi nuclei familiari positivi al Covid. Persone che, quindi, essendo relegate in quarantena non potevano nemmeno “appoggiarsi” a casa di amici o parenti per sopperire al disservizio.

 

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