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venerdì, Aprile 19, 2024
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Mare nero sul Litorale Domizio, presi i responsabili dell’inquinamento del Canale Agnena

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Mare nero sul Litorale Domizio, presi i responsabili dell’inquinamento del Canale Agnena. Stamattina è stato sequestrato un allevamento bufalino a Capua. Operazione condotta dai Carabinieri della Forestale e dalla Guardia Costiera di Castel Volturno. Oltre 670 bovini sono riconducibili a A.Z. di San Cipriano d’Aversa e G.Z. da Caserta, rispettivamente padre proprietario e figlio gestore.

LE INDAGINI 

Le attività investigative finalizzate ad individuare e contrastare le fonti dell’inquinamento del Canale Agnena. Tratto d’acqua che si riverbera nel mare Tirreno attraverso la foce dislocata proprio a ridosso dei confini dei comuni di Castel Volturno e Mondragone. Area interessata da un’evidente manifestazione di inquinamento proprio nei primi giorni dello scorso di mese di maggio.

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Dopo il grave episodio la Procura dispose l’effettuazione di mirati accertamenti sul territorio, sia mediante ispezioni che con sorvoli, con riferimento alle attività produttive, stoccaggi di rifiuti presenti sul territorio del bacino idrografico del Canale Agnena. Tutto ciò al fine di individuare le possibili fonti dell’inquinamento.

IN VOLO SUL CANALE AGNENA

L’attività ricognitiva iniziò dalla foce del Canale Agnena, insieme all’ARPAC, e interessò l’intero corso d’acqua artificiale. Il tratto lungo circa 30 chilometri fino al punto in cui esso ha origine nel comune di Vitulazio. Proprio durante il volo dell’elicottero del settimo Nucleo Carabinieri di Pontecagnano individuarono anche l’azienda zootecnica.
Infatti dall’alto individuarono un deposito sul suolo nudo di enormi cumuli di letame proprio lungo la sponda del canale Agnena per una lunghezza di circa 250 metri ed una larghezza di 6 metri.

LA SCOPERTA

Il successivo accertamento permise di documentare che i liquidi dei letami tracimarono all’interno dell’adiacente Canale Agnena. Svelata inoltre la presenza di un lagone interrato completamente abusivo pieno di liquami dislocato nello stesso allevamento.

L’accertamento permise quindi di riscontrare una gestione totalmente illegale dei reflui zootecnici derivanti dell’attività di allevamento delle bufale. Attività risultata essere sistematica e protratta nel tempo, infatti, il registro delle utilizzazioni agronomiche dei reflui è risultato fermo al giugno 2018.

Come da orientamento giurisprudenziale consolidato della Suprema Corte, sussiste l’alta possibilità di causare una compromissione o un deterioramento, significativi e misurabili, dei beni tutelati, in considerazione della natura e della durata nel tempo degli scarichi abusivi.

LE CONSEGUENZE DEGLI SCARICHI NEL CANALE AGNENA

In tal senso depongono l’ubicazione e l’enorme quantitativo di reflui zootecnici che testimoniano il danno in atto per le matrici ambientali suolo ed acqua, con pericolo, in caso di permanenza sul suolo per lungo tempo, anche per il sottosuolo e la eventuale falda sottostante.

L’inquinamento dell’Canale Agnena è causa di eutrofizzazione e riduzione di tenore di ossigeno nell’acqua. Inoltre si deve aggiungere l’eventuale rischio igienico-sanitario associato al possibile incremento di nitrati e di microorganismi patogeni qualora le acque siano destinate ad usi potabili.

FAMILIARI INDAGATI

Il titolare dell’azienda zootecnica e suo figlio indagati, in concorso tra loro, per il reato di inquinamento ambientale con condotta reiterata e perdurante. Accusati della compromissione ed un deterioramento significativo e misurabile della porzione estesa del suolo. Nonché delle acque del Canale Agnena all’altezza del comune di Castel Volturno.

IL SEQUESTRO DELL’ALLEVAMENTO

Sequestrata l’azienda bufalina agli indagati, infatti, sarà gestita da un amministratore giudiziario nominato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. Il nuovo gestore dovrà garantire l’osservanza delle norme in tema di gestione dei liquami prodotti dalle bufale, fino al corretto adempimento delle prescrizioni previste dalla legge.

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