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Massacrato su ordine del boss Rullo, il papà della vittima: “Pensavo fosse morto”

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Suo figlio era scomparso e così l’uomo preoccupato ha provato a rintracciarlo. Il papà del ragazzo sarebbe stato portato da Marcello Madonna, componente del gruppo del boss Nicola Rullo, in una casa situata pressi della Doganella e proprio lì avrebbe visto le condizioni del figlio.

Il padre della vittima ha poi denunciato l’aggressione alla Squadra Mobile: «Appena giunti all’interno della via, ho notato circa sette o otto soggetti che non conosco, tra questi due di loro si sono avvicinati e mi hanno perquisito all’interno di un palazzo, dopo avermi tolto da dosso marsupio e cellulari mi hanno condotto all’interno di un’abitazione, che si trova esattamente di fronte al palazzo, dove mi hanno perquisito e li ho visto mio figlio in terra fuori ad un piccolo terrazzo, esanime e massacrato di botte date in mia presenza e in presenza di Marcello Madonna con un martello di ferro dalle dimensione di circa 50 centimetri da un uomo. Ho avuto la sensazione che mio figlio fosse morto, perché l’ho chiamato più volte per nome senza però che lui mi rispondesse – continua poi nella denuncia – A un certo punto il soggetto, che poco prima aveva picchiato mio figlio, si è fermato e rivolgendosi verso di me, mi ha sferrato una martellata in petto proferendo la seguente locuzione: “se non mi porti 365.000 mila euro ammazzo te, tuo figlio e tutta la famiglia“».

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Le indagini

Le indagini, dirette dalla squadra mobile e dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno condotto all’emissione di un decreto di fermo a carico di 7 persone. Gli inquirenti sostengono che Nicola Rullo fosse il mandante del sequestro, il quale è stato orchestrato con la modalità tipica della camorra. Oltre a Rullo sono finiti nel registro degli indagati Marcello Madonna, Armando Reginella e Carlo De Maio (tutti già arrestati) nonchè Ciro Carrino (genero dello stesso Rullo), Giovanni Giuliani e Salvatore Pisco.

Il sequestro del padre della vittima

Anche il padre del rapito è stato ‘trattenuto’ dagli uomini del clan per un’ora e, una volta giunto al cospetto di Rullo, sarebbe stato colpito da quest’ultimo con una martellata in petto e minacciato. Peggio è andato al figlio letteralmente massacrato per ore, colpito con una mazza da baseball e addirittura con un sanpietrino alla testa mentre i complici di Rullo pulivano le tracce di sangue. Solo in serata il malcapitato è stato prima portato a Castel Volturno poi medicato alla buona e scaricato all’esterno dell’ospedale Fatebenefratelli.

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.