Oltre a Genny Carra c’è un altro collaboratore di giustizia che ha parlato dell’omicidio di Luca Megali per il cui delitto è stato arrestato Giuseppe Mazzaccaro, reggente del clan Sorianiello e cognato del boss Alfredo ‘o biond. Nelle oltre cento pagine dell’ordinanza di custodia cautelare eseguita, due giorni fa, nei confronti di ‘Peppe della novantanove’ figurano anche le dichiarazioni di Antonio Vanacore, ex ras del clan Mele di Pianura e un tempo colonnello di un altro neo collaboratore di giustizia, Salvatore Romano.
La ‘richiesta’ di Mazzaccaro
Nel corso dell’interrogatorio dell’agosto 2017 Vanacore dichiara che «l’omicidio fu una risposta all’uccisione di Fortunato Sorianiello avvenuto nel febbraio 2014». In quel periodo, come si legge nel dispositivo, lui e Salvatore Romano si erano avvicinati a Carlo Tommaselli all’epoca latitante. Fu proprio Antonio Megali, fratello di Luigi, a dirgli che l’omicidio del fratello era una ritorsione del clan Sorianiello perchè Antonio Megali, abitando nella ’99’ a Soccavo, roccaforte del clan di Alfredo ‘o biond, era in grado di controllarne gli spostamenti ed aveva fatto da specchiettista per l’omicidio di Fortunato Sorianiello. I Sorianiello, avendo saputo che Antonio Megali era coinvolto, avevano ucciso Luca per far uscire il fratello allo scoperto. Vanacoe conclude che «in virtù dei buoni rapporti con i Sorianiello più volte Peppe della 99, il cognato di Alfredo ‘o biond, che attualmente comanda, mi chiese con tono scherzoso se fossi in grado di dirgli dove si trovasse Antonio Megali».
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