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venerdì, Marzo 29, 2024
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Morta d’infarto durante il raid all’ospedale di Napoli: «Potevamo salvarla»

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Poteva essere salvato, ma nei suoi confronti non poteva essere attivata alcuna manovra di riabilitazione. Era impossibile, in quei momenti di caos e paura, 40 minuti di pura follia all’ospedale Cardarelli di Napoli, durante i quali, come ripotato dal sito de Il Mattino, era impossibile accorgersi che sul monitor i valori davano segnali di allarme. Non sono riusciti a salvarlo: non per mancanza di tempo o di volontà, ma perché costretti a difendersi dall’assalto improvviso – a colpi di mazze da scopa – consumato in piena notte. Donne, in prevalenza, qualche uomo: tutti pronti a vendicare la morte della loro congiunta (si chiamava Maria S., aveva 68 anni), sferrando colpi violenti contro un’intera equipe medica che si trovava a presidiare il reparto di medicina.

 

La notte tra lunedì e martedì all’ospedale Cardarelli una donna, ricoverata in medicina d’urgenza, è deceduta. I familiari, informati della morte, raggiungevano il quarto piano del reparto aggirando i controlli delle guardie giurate e iniziavano ad insultare e spintonare i medici. I parenti ritenevano che non avessero fatto abbastanza per salvare la donna.

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Uno degli 8 familiari danneggiava anche un dispositivo per il monitoraggio dei parametri vitali dei pazienti. Intervenuti i carabinieri del radiomobile di Napoli e della stazione Vomero. Sono 8 persone identificate e denunciate per danneggiamento, minacce e interruzione di pubblico servizio.

L’ALLARME DEI MEDICI AGGREDITI IN OSPEDALE

Aggredito nel proprio studio medico da due pazienti. È accaduto a Volla, in provincia di Napoli. Ad aggredirlo due pazienti che pretendevano un’esenzione che tuttavia non era prevista per le loro patologie. A denunciare l’accaduto è Luigi De Lucia, segretario regionale Campania del Sindacato Medici Italiani.

L’aggressione – a quanto riferito – è stata prima verbale e poi fisica. «Non possiamo stare più in silenzio sul ripetersi di episodi di violenza contro i medici di famiglia – affermò De Lucia – medici che nella pandemia sono stati esposti a grandi rischi pagando in molti casi con la vita il loro impegno professionale sul campo. Questa ennesima aggressione – prosegue – conferma una tendenza che da tempo descrive i medici di famiglia come nullafacenti che non hanno voglia di lavorare arrivando finanche a dipingerli come coloro che non risponderebbero alle telefonate dei pazienti. Niente di tutto ciò è vero e questa campagna di denigrazione contribuisce ad alimentare reazioni rabbiose dei pazienti come quelle avvenute a Volla».

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