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sabato, Aprile 20, 2024
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Morte della piccola Diana, la mamma: “Era un peso per me”

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Per Alessia Pifferi la figlia Diana era «un peso». La 37enne che ha lasciato morire di stenti una bambina di 18 mesi sola in casa a Milano voleva riprendersi la sua libertà. La bimba ostacolava le relazioni con altri uomini, secondo quello che ha scritto il pubblico ministero Francesco De Tommasi confermando la richiesta di carcere preventivo per la donna. Diana è rimasta abbandonata per sette lunghi giorni nel lettino da campeggio in casa. Vicino, un biberon e un farmaco tranquillante. Lasciata a morire «di stenti, a causa del digiuno prolungato e della conseguente mancata assunzione di cibo e liquidi, dato che per la sua tenera età non era ovviamente in grado di sfamarsi da sola».

La limousine e le relazioni con altri uomini

E forse anche sedata: «Non si esclude (sono in corso accertamenti) che la vittima, magari attraverso il latte contenuto nel biberon che la madre ha lasciato accanto alla figlia prima di andarsene, abbia ingerito benzodiazepine». Per il Pm «ciò giustificherebbe il fatto che nessuno dei vicini abbia sentito la bimba piangere». La madre di Alessia ha detto agli investigatori anche altro. Ovvero che la figlia conduceva una «vita libertina» dopo la separazione dal marito. Ha raccontato di «diversi uomini di cui mi parlava quando ci sentivamo al telefono». Anche se a Leffe, il paese d’origine in provincia di Bergamo, si spacciava per psicologa infantile la donna «non si impegnava neanche a trovare un lavoro per il suo sostentamento», racconta La Stampa citando i verbali degli interrogatori.

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Sarebbe proprio questo quindi il motivo che ha spinto Alessia Pifferi a lasciare da sola la bimba: era un ostacolo alle sue relazioni con altri uomini. E ancora: «l’8 luglio scorso mi ha inviato la foto di una limousine lussuosa, che la stava andando a prendere. E che lei non si poteva permettere». La madre le aveva chiesto spiegazioni: «Lei mi ha risposto che si trattava di un sogno che aveva da tempo». Dalle varie testimonianze emerge anche la descrizione di una persona che viveva raccontando “bugie”. Le avrebbe dette anche al compagno – che ha raggiunto a Leffe (Bergamo) la sera del 14 luglio lasciando la piccola nel lettino della casa di via Parea – quando gli ha spiegato che Diana era al mare con la sorella.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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