MUGNANO – Si cercano gli altri complici dell’aggressione a Salvatore Migliaccio, il ragazzo di 19 anni colpito da 8 coltellate sabato sera nei pressi della discoteca Golden Gate di via Campana a Pozzuoli dove era andato per trascorrere una serata di divertimento con gli amici. Nella giornata di ieri uno dei presunti autori (va considerato innocente sino ad eventuale condanna) s’è presentato alla caserma della Compagnia di Marano accompagnato dal suo avvocato rilasciando una dichiarazione spontanea, ora al vaglio della Procura. A condurre le indagini sono i militari dell’Arma di Pozzuoli, avvertiti dai loro colleghi maranesi dell’arrivo in caserma del ragazzo. Stando al racconto di Sasy, dimesso ieri dall’ospedale La Schiana di Pozzuoli dove era ricoverato da sabato notte, sarebbero stati in 3, suoi coetanei, a lasciarlo in un bagno di sangue prima con calci e pugni e poi con i fendenti. Resta da capire se già se questi giovani si siano resi autori di altri episodi del genere in passato, da quale territorio provengano e soprattutto del perché abbiano agito con tanta efferatezza. «Eravamo andati in quella discoteca perché c’era una serata a tema con Gue Pequeno, peraltro organizzata da un mio amico. Sono andato al Golden Gate soltanto per questo. Prima di allora, soltanto una volta sono stato lì e più di un anno fa».
Salvatore, addetto alle consegne di latticini presso una ditta, entra poi nei dettagli dell’aggressione. «Attorno alle 4 – il racconto di Salvatore reso ad Internapoli.it – ero uscito dal locale ed insieme ad un amico stavo andando a prendere l’auto e recuperare gli altri, quando all’improvviso siamo stati avvicinati da questi ragazzi, nostri coetanei. Senza nessuna motivazione, prima hanno dato un pugno al mio amico per poi aggredire anche me. Ho ricevuti calci e pugni, finendo a terra in un lago di sangue; poi sono stato raggiunto da 8 fendenti. Le coltellate mi hanno colpito al polpaccio destro, alla spalla sinistra, al braccio sinistro ai glutei. Stavo per perdere i sensi, non riuscivo ad alzarmi. Poi gli aggressori sono andati via e due ragazze che non conoscevo hanno chiamato l’ambulanza. Nel frattempo arrivava, gli altri miei amici nel frattempo mi hanno aiutato bloccando con una cinta l’emorragia alla gamba». Nella giornata di ieri, la prima svolta con la dichiarazione spontanea di uno degli aggressori.
