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mercoledì, Maggio 8, 2024
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Blitz contro la pedopornografia, 4 arresti e 18 indagati: uno è di Napoli. Si incontravano anche in chat

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Quattro persone sono state arrestate e 18 indagate dalla polizia postale di Milano su ordine della Procura nell’ambito di un’indagine sulla pedopornografia online. In particolare, i 4 arrestati sono stati trovati in possesso di “ingenti quantitativi di materiale pedopornografico”. Un’app canadese chiamata “Kik interactive messenger”, del tutto lecita e usata solitamente per scambiarsi messaggi e chiamate, è stata utilizzata come piaz-
za di “baratto” di immagini e video pedopornografici. È partita da qui l’indagine “Ontario”, che ha portato all’arresto di 4 persone e all’indagine su altre 18. La polizia postale
lombarda, guidata da Salvatore La Barbera, ha operato anche il sequestro di 20mila tra
immagini e video, quasi tutti prodotti tra Asia e paesi del Sudamerica: sono infatti 22 i decreti di perquisizione eseguiti tra marzo e maggio di quest’anno tra Lombardia, Lazio,
Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Marche; inoltre gli agenti hanno sequestrato 26 smartphone, notebook, hard disk e pen drive per complessivi 10 terabyte di materiale.

 

Dietro questa rete c’è sicuramente un guadagno economico da parte di chi per primo pro-
duce e diffonde il materiale, e su questo gli investigatori non hanno dubbi. Ma sull’app  pedofili si incontravano, più o meno casualmente, secondo un concetto di “scambio” e di “ricerca di materiale sempre nuovo”. Nessuno utilizzava naturalmente il suo nome, ma nickname o indirizzi falsi: a partire dalla segnalazione canadese (avuta grazie alla colla-
borazione internazionale con il National child exploitation coordination center, coordina-
mento specialistico per il quale le informazioni giungono direttamente agli investiga-
tori) gli operatori sono risaliti agli indirizzi Ip da cui provenivano le interazioni, ma an-
che in questo caso le reti avevano intestatari fasulli: 15mila le connessioni rintracciate. An-
cora da indagare invece le connessioni con il deep web, dove in alcuni casi venivano re-
periti i video.

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Gli arrestati italiani sono tutti incensurati: tre disoccupati (un 25enne preso a Latina, un 46enne a Bologna, un 30enne a Napoli) e un im- piegato 30enne catturato a Torino. Hanno pre- cedenti specifici tre dei 18 indagati, persone definite dagli investigatori “comuni”, dagli studenti di 25 anni ai pensionati di quasi 70. Tutti rischiano pene da 3 a 6 anni di carcere.

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